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Cronaca San Marco / Piazza San Marco

Il campanile di San Marco liberato dai cantieri, tra poco sarà festa

Tutto è pronto per la "riconsegna" alla città del 25 aprile. Barre in titanio eviteranno crolli per un altro secolo, come alla basilica di San Pietro

Sette anni di cantiere, 5 dei quali per i lavori di consolidamento vero e proprio, e oggi - due giorni prima della festa del santo patrono di Venezia - il campanile di San Marco si è liberato delle transenne, tornando più sicuro a dominare sulla città. Per consolidare le fondazioni del 'paron de casa' (com'é chiamato dai veneziani) è stata usata la tecnologia delle barre in titanio, la stessa impiegata anche per arrestare il processo di fessurazione nella facciata della monumentale Basilica di San Pietro in Vaticano.

“Com'era, dov'era”, ma ora anche con, al suo interno, le tecnologie più innovative per evitare quello che era accaduto il 14 luglio 1902: quel giorno infatti, proprio mentre erano in corso i restauri del “el paron de casa”, esso era completamente crollato davanti agli occhi, attoniti, di tanti veneziani.

Il campanile di San Marco, dopo 5 anni di lavori, compiuti dall'impresa Sacaim sotto la supervisione del Consorzio Venezia Nuova, e col finanziamento della Procuratoria di San Marco e del Magistrato alle Acque, è stato restituito oggi ufficialmente alla città. Una cerimonia semplice, consistita nella rimozione delle reti che delimitavano il cantiere, a cui hanno presenziato, con Giorgio Orsoni, nella doppia veste di Primo procuratore di San Marco e di sindaco di Venezia, tra gli altri, il presidente del Magistrato alle Acque, Ciriaco D'Alessio, la Soprintendente per i Beni Architettonici di Venezia, Renata Codello, il Proto di San Marco, Ettore Vio, il dirigente della Soprintendenza per i Beni archeologici del Veneto, Alessandro Asta, il progettista dei lavori, Giorgio Macchi.

“Per me – ha sottolineato Orsoni – è una giornata doppiamente felice: come sindaco di Venezia e come Primo Procuratore di San Marco. Faccio i complimenti a tutti coloro che hanno eseguito questo intervento, brillantemente risolto dal punto di vista tecnico con metodi innovativi, ma che ha dovuto superare anche indubbi problemi legati al luogo particolare in cui è stato eseguito. Il Campanile viene restituito alla città, più forte che mai, proprio 60 anni dopo che lo Stato lo ha ceduto alla Procuratoria di San Marco, e 101 anni dalla sua inaugurazione.”

Tornato a far bella mostra di sé, in piazza San Marco, il 25 aprile 1912, il campanile, già un quarto di secolo dopo, nel 1937, presentava le prime fessurazioni, dovute alla pesantezza del manufatto rispetto alle caratteristiche del terreno. Fessurazioni che, nel corso degli anni, si sono via via allargate, e che avrebbero potuto provocare, tra circa cinquant'anni, un nuovo crollo. Da qui la decisione di affidare allo studio dell'ingegner Macchi un progetto di consolidamento.

“Siamo intervenuti – ha spiegato lo stesso Macchi – con una tecnica innovativa, applicando al basamento della struttura una cornice di barre in titanio, disposte su due livelli: una posta a 3,20 metri di profondità, consolidata con dei blocchi di granito, e un'altra quasi in superficie”.

I lavori hanno consentito anche importanti scoperte archeologiche: sono riemerse le fondamenta dell'antico ospizio Orseolo, abbattuto nel '600 e le sponde del rio Batario, il corso d'acqua, poi interrato, che attraversava piazza San Marco

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