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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

È morto Ciccio Marea, senzatetto simbolo tra le calli di Venezia

Al secolo Gianantonio Gasparini, il clochard era famosissimo in città. È stato sullo sfondo della vita quotidiana di tutti, che lo ricordano commossi

«Col suo sorriso sghembo e bonario la sua presenza è, a suo modo, rassicurante. Speriamo di vederlo ancora a lungo, Ciccio». Scrivevano così Alessandro Rizzardini e Alberto Fiorin nel loro libro "Venezia (quasi) famosi, 282 modi di vivere la città". Invece Ciccio Marea, storico senzatetto veneziano se n'è andato in un giorno di primavera. Era abituato a vivere per strada. Tra la gente. "Mi sembrava esserci da sempre", è il commento d'istinto di chi lo conosceva.

Chi era

Ai piedi dei ponti o ai lati delle calli, Ciccio Marea, al secolo Gianantonio Gasparini, anno dopo anno è stato chiamato in centinaia di modi diversi: per i più giovani era diventato "Mato Marea", ma la sua presenza è sempre data per scontata. Sempre magari sullo sfondo, mai in primo piano. Sempre emarginato e pure schernito da chi voleva prendersi gioco del modo tutto suo di vedere e vivere la vita. Discorsi sconclusionati, le Brigate Rosse spesso alle sue calcagna, salti logici che spesso erano difficili da seguire. I suoi famosi "corni de capriolo".

Un simbolo

La consapevolezza, però, è che un altro pezzo di città se n'è andato in punta di piedi, in una Venezia che cambia pelle e che è ancora alla ricerca di una sua nuova identità. Anche Ciccio Marea aveva dovuto stringersi un po' di più. La sua realtà da senza fissa dimora è stata occupata recentemente dai barbanera, ben più pressanti e pericolosi nell'elemosinare. Anzi, "criminali". Visto che nei mesi scorsi il clochard veneziano venne immortalato mentre veniva costretto a consegnare dei soldi a una barbanera mentre si trovava su un ponte. Episodio che indusse anche le forze dell'ordine a muoversi. In questo senso "Mato Marea" è diventato simbolo di una realtà veneziana che ormai non c'è più, o che comunque deve lottare per sopravvivere.

Biografia

C'è chi lo ricorda studente modello, con la media dell'otto al liceo scientico. Educato e compito chirichetto poi entrato in contatto con gli Anni Settanta. Con le droghe. Ma la sua biografia è difficile da ricostruire, spesso oggetto di leggende. Forse un viaggio all'estero in qualche posto esotico e, complice qualche sostanza, la vita di "Ciccio" cambia di netto. Fine della normalità, avanti con allucinazioni, alcol e accattonaggio. La notizia della sua morte ha fatto subito il giro dei social network, manco fosse una star. Cose che accadono, quando si perde per strada "uno di noi". 

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