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Cronaca

La rivoluzione delle bricole, nella laguna ora arrivano i pali sintetici

Contro il precoce degrado è stata redatta una lista dei materiali ammessi per la costruzione delle nuove paline: c'è anche il poliuretano espanso

Si cambia: le tradizionali bricole in legno, sparse in tutta la laguna veneziana, d'ora in poi non saranno più le stesse: per evitare il precoce degrado dei pali in legno, infatti, il commissario Zappalorto ha approvato giovedì il nuovo regolamento sull'utilizzo dei materiali per pali o strutture marittime. Il protocollo nasce inoltre dalla volontà di prevenire il proliferare di paline e pali di ormeggio di ogni tipo che deturpano il paesaggio della città.

Le linee guida riguardano in realtà una gran quantità di elementi tipici delle acque veneziane: si indicano le tipologie di materiali e di trattamenti ammessi per pali di ormeggio singoli e per imbarcaderi, dame di ingresso, briccole, pali di illuminazione, pontili, pali palazzo, cabine mareografiche e cabine di polizia locale, paratie frangiflutti, segnalamenti di sottoservizi e traffico acqueo, strutture di protezione e dissipazione del moto ondoso.

Con l'atto si dichiarano ammissibili all'utilizzo in laguna le seguenti tipologie: pali in legno senza protezione (rovere, pino, azobè, demerara), pali in legno protetti da trattamento antiteredine mediante graffettatura metallica (castagno o rovere graffato), pali in legno protetti da guaina termorestringente, pali in poliuretano espanso con anima metallica, pali estrusi in polietilene con anima in acciaio. Ogni palo in materiale sintetico dovrà avere una targhetta identificativa con il nome dell'azienda produttrice e il lotto di produzione: per ognuno di questi materiali andrà realizzata una scheda tecnica particolareggiata con tutte le caratteristiche e gli usi consentiti in relazione alla collocazione.

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