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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Cona / Via Romea

Indagato il responsabile dell'azienda dove lavorava l'operaio di Cona morto a Padova

Arben Salliu lavoratore 57enne albanese di Cantarana è rimasto ustionato. La procura di Venezia ha disposto l'autopsia

La procura di Venezia che indaga sulla morte dell'operaio 57enne, Arben Salliu, ha iscritto nel registro degli indagati Benito Simone Mozzillo, responsabile della sede operativa di Campagna Lupia della ditta bergamasca Fer Service, dove Salliu lavorava da una decina d'anni. In base alla ricostruzione della famiglia, nel pomeriggio del 4 aprile Arben Salliu era in azienda dalle 7 alle 18 e, diversamente dalle altre volte, invece di svolgere le sue solite mansioni da operaio addetto alla piegatura dei metalli stava facendo una saldatura.

Verso le 17 l'operatore 57enne di Cantarana di Cona, originario di Tirana, si sarebbe ustionato e il giorno successivo, verso le 4 del mattino, dopo essere andato in arresto cardiaco, sarebbe peggiorato all'improvviso perdendo la vita. Sempre stando al racconto dei famigliari, non erano stati allertati i soccorsi sul posto di lavoro a Campagna Lupia dov'era successo il fatto. Il titolare avrebbe incaricato un altro operaio di portare Salliu all'ospedale di Piove di Sacco dicendogli di riferire ai medici che l'uomo si era ustionato nel giardino di casa.

 Non c'era stato neanche il tempo di avvertire la famiglia che, Salliu stesso, con quel poco di capacità reattiva che gli era rimasta nella sofferenza, avrebbe provveduto a chiamare, contattando la moglie preoccupato più che altro perché la figlia diciasettenne quel pomeriggio sarebbe tornata da una gita scolastica con rientro a Bologna, e perciò bisognava andarla a prendere. Lui intanto, viste le sue condizioni serie, intanto era stato trasferito al monoblocco dell'ospedale di Padova, al centro ustionati, per essere curato adeguatamente. Ed è lì che prima la moglie e poi la figlia, aiutata da una vicina, lo hanno trovato ricoverato.

Sempre stando al racconto dei parenti, la sera del 4 aprile Arben Salliu era cosciente, sapeva di essere all'ospedale, ricordava tutto quello che gli era successo e quasi certamente aveva detto ai medici di essersi ustionato al lavoro. Cosa ribadita anche dalla moglie, sicura che quel pomeriggio alle 17 il marito non era tornato a casa. All'alba del 5 aprile le condizioni di Arben Salliu sono peggiorate e il suo cuore ha smesso di battere. Ora con il sostegno dell'avvocato Omar Bottaro di Villanova (Padova) mamma e figlia rimaste sole hanno inviato un esposto in Procura per chiedere che sia fatta luce su tutto quello che è successo quel pomeriggio e capire se il fatto di non aver allertato i soccorsi subito in azienda non abbia ritardato la catena dell'assistenza al punto da comportare un peggioramento delle condizioni di salute dell'operaio 57enne. Venerdì la pm Laura Cameli conferirà l'incarico al medico legale Silvano Zancaner per l'autopsia. 

I sindacati confederali, la Cgil di Venezia di Daniele Giordano, la Cisl Venezia di Michele Zanocco, chiedono di potenziare gli organici dei reparti di prevenzione e sperano che il tavolo convocato dal prefetto Michele Di Bari con tutte le parti, sulla salute e sicurezza nel lavoro qualche giorno fa, porti presto a un accordo. «Scopriamo in modo del tutto casuale che vi sia stato un morto sul lavoro, nel silenzio generale e nella totale assenza di trasparenza e informazione - commenta Giordano - Serve una grande opera di trasparenza e per questo invitiamo la Regione a rendere pubblici i dati dei controlli, dalla tipologie di aziende controllate alla frequenza dei controlli».

Zanocco riflette sui dati. «Quanto accaduto ad Arben Salliu dimostra la veridicità dei recenti studi di Vega Osservatorio Sicurezza, dove si segnala come da almeno quattro anni i rischi per i lavoratori stranieri siano più del doppio di quelli degli italiani». «Lo Spisal - afferma la consigliera regionale Erika Baldin (M5S) - deve controllare prima, non arrivare dopo. La Regione non ne sta potenziando il personale». Sull'incidente erano intervenute le volanti della polizia di Stato e gli agenti della polizia locale. Vicinanza alla famiglia è stata espressa dal sindaco di Cona, Alessandro Aggio. 

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