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Cronaca

Sesso con un crocifisso a Venezia69: dopo l'archiviazione, aperta un'inchiesta

Il presidente del comitato antiabortista che aveva presentato formale denuncia, No 194, dopo l'archiviazione del caso ha ottenuto udienza dal giudice per le indagini preliminari

Paradise Faith film in concorso alla 69esima edizione del Festival di Venezia aveva stupito per il suo livello di trasgressione, con il regista, Ulrich Seidl, che si era spinto ad inserire una scena di sesso con un crocifisso. Quello che appunto pratica l'ultracattolica protagonista Anna Maria con il grosso crocifisso collocato sopra il suo letto. Prima lo stacca lentamente, e con grande rispetto dalla parete, poi lo bacia leccandolo in ogni sua parte e, infine, si masturba con lo stesso sotto le coperte.

Il comitato antiabortista No 194 aveva presentato formale denuncia, il regista e l'attrice protagonista erano finiti a processo, ma il pubblico ministero Stefano Buccini aveva deciso di archiviare il caso. Una decisione che non è andata giù al presidente del comitato, Pietro Guerini, che si è opposto all'archiviazione. Giovedì la querelle è arrivata fino al giudice per le indagini preliminari, che ora si riserverà di vedere il film prima di prendere una decisione finale in merito alla questione.

Guerini, che si è battuto per ottenere la nuova udienza, non ha mancato di rincarare la dose, lanciando accuse dirette alla pellicola. "Si tratta di un film che ha offeso un simbolo della cristianità - ha spiegato - proiettato nel Paese che ha come capitale la capitale mondiale del cattolicesimo, in una manifestazione cinematografica assai nota, suscitando reazioni di un numero cospicuo di credenti e interesse a livello internazionale".

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