rotate-mobile
Cronaca Noale

Dopo tre mesi gli arrivi dall'Ucraina sono quasi azzerati

Negli ultimi sette giorni l'Ulss 3 ha registrato 13 profughi, a metà marzo erano quasi 500 alla settimana. L'azienda garantisce assistenza sanitaria, l'hub di Noale ora ospita 58 persone. Alla stazione di Mestre è attivo il presidio della protezione civile

Un nuovo aggiornamento relativo agli arrivi di profughi ucraini è stato diffuso dall'Ulss 3, che continua a monitorare e assistere i migranti in fuga dalla guerra. Venezia si conferma la porta di accesso del Nord est, avendo preso in carico il 25% degli ucraini arrivati in Veneto. In tutto, nel giro di tre mesi, sono circa 2mila le persone registrate. Il fenomeno, però, è progressivamente calato: a metà marzo ne arrivavano oltre 400 alla settimana, negli ultimi sette giorni appena 13.

«A partire da marzo abbiamo registrato 2069 persone - riepiloga il dottor Vittorio Selle, direttore della Prevenzione - Di queste, ne abbiamo prese in carico 1931. Oltre 1500 sono rimaste nell'ambito territoriale dell'azienda sanitaria veneziana, gli altri sono emigrati altrove». Dei 1500 rimasti sul territorio, circa 1330 hanno aderito in qualche modo al piano sanitario: persone che sono state assistite con vaccinazioni anticovid (775), ma anche con vaccini contro altre malattie (637) e test per la tubercolosi (587). «In poche settimane - fa presente Selle - abbiamo messo in piedi un piccolo sistema sanitario dedicato. Abbiamo anche osservato una sorta di contaminazione culturale: questi utenti sono entrati in un ambiente nel quale hanno visto che vaccinarsi è un fatto normale, e questo ha aiutato a rompere, in parte, le resistenze iniziali».

Il vistoso e progressivo calo degli arrivi sembra mostrare che l'"emergenza Ucraina" stia volgendo al termine. Il dottor Carlo Longato, commissario per i profughi, ha tracciato un bilancio dell'accoglienza all'ospedale di Noale: «Tra marzo e maggio sono transitate 702 persone, il 42% minorenni. La permanenza media nell'hub è di circa 16 giorni, alcuni sono rimasti di più perché hanno avuto difficoltà a trovare un alloggio idoneo. Ad oggi ci sono 58 persone, ma al momento di massima occupazione siamo arrivati a 100 posti occupati. Qui - conclude - forniamo quotidianamente anche attività di tipo ambulatoriale».

Sul fronte dell'accoglienza è al lavoro anche la protezione civile di Venezia, che alla stazione di Mestre ha attivato, fin da inizio marzo, una tensostruttura allestita con brande, acqua e generi alimentari. Nell'attività sono impegnati ogni giorno 15 volontari. Il presidio (uno dei pochi in tutto il Veneto di questo tipo) è attivo nelle ore diurne e garantisce anche un servizio di reperibilità notturna. «Riceviamo tutti i profughi ucraini in arrivo alla stazione - spiega Nicola Ligi, referente del gruppo comunale della protezione civile -. Se hanno bisogno di accoglienza in termini di vitto e alloggio li smistiamo all'hub provinciale di Noale. In caso contrario, dopo che la loro presenza è stata registrata dalla polizia ferroviaria, effettuano un tampone Covid e vengono quindi assistiti nel raggiungere la propria destinazione finale. In questi mesi abbiamo trasportato oltre 1000 persone a Noale e viceversa. Più di 3000 individui sono giunti alla stazione di Mestre per poi spostarsi altrove o restare sul territorio».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Dopo tre mesi gli arrivi dall'Ucraina sono quasi azzerati

VeneziaToday è in caricamento