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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Protesta in via Poerio per il diritto all'aborto

Un gruppo ha manifestato contro un dibattito previsto per sabato al centro culturale Santa Maria delle Grazie. In mattinata si è svolto, sempre a Mestre, un corteo studentesco

Il dibattito sul tema dell'interruzione di gravidanza sta tornando a essere centrale in questi giorni, dopo che la nuova maggioranza di centrodestra ha già fatto diverse proposte che, di fatto, puntano a limitare il diritto all'aborto. Oggi un gruppo di giovani del laboratorio Pandora ha portato la questione in piazza a Mestre, con un'iniziativa di protesta rivolta in generale al nuovo governo e, nello specifico, al centro culturale Santa Maria delle Grazie (via Poerio), che nella giornata di domani ospiterà un incontro dai chiari toni antiabortisti.

«In un paese in cui la percentuale media di obiettori di coscienza è al 70% - spiegano - il primo giorno di legislatura ha visto già tre proposte che minacciano il diritto all'aborto e all'autodeterminazione dei corpi». In questa cornice, al centro culturale in via Poerio si svolgerà un dibattito sui "valori della virilità per proteggere la donna e il bambino". Da qui l'attacco dei manifestanti: «Parlare pubblicamente, come uomo maschio etero cis, di come una donna o una soggettività Lgbtquia+ debba decidere sul proprio corpo è una cosa che non possiamo accettare».

L'intento era «prendere parola su un tema delicato come quello dell'aborto, su un diritto che non deve essere toccato ma implementato e migliorato. Parlare di aborto significa parlare di diritti di tutte le soggettività marginalizzate». I manifestanti hanno "occupato" temporaneamente l'ingresso del centro, gettando coriandoli e riepilogando le rivendicazioni: aborto libero, sicuro e gratuito; educazione sessuale nelle scuole; autodeterminazione sul proprio corpo.

Un'altra manifestazione si è tenuta in mattinata, con ritrovo alle 9 in piazzale Cialdini, organizzata sempre dal Pandora assieme al coordinamento studenti medi Venezia-Mestre. Anche in questo caso la mobilitazione attacca il nuovo governo: «Sappiamo chi è Giorgia Meloni e il suo percorso politico - spiegano gli organizzatori - Conosciamo le sue ideologie oppressive e discriminatorie verso le minoranze. Vogliamo una scuola che pensi ai bisogni degli studenti e garantisca un'istruzione degna. Non abbiamo bisogno che la scuola ci mandi a morire in Pcto, come già successo con tre studenti nel corso di 8 mesi. La scuola dovrebbe informarci e sensibilizzarci a riguardo della crisi climatica e proporci l’educazione sessuale, al consenso e alle differenze».

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