Pugno all'autista dell'Atvo. La replica: «È stato lui ad aggredire me»

Un altro autista aggredito a bordo di un mezzo di linea Atvo. È successo venerdì ed è il secondo caso in pochi giorni. Il pullman era partito da Venezia ed era diretto a Jesolo. Verso la fine della corsa, quasi all'altezza dell'autostazione, un uomo giovane con accento italiano è salito e ha iniziato a chiedere ripetutamente al conducente dove fosse Jesolo. In base al racconto, a nulla sarebbero servite le rassicurazioni del conducente che ha cercato di tranquillizzare e garantire più volte al passeggero che mancava poco all'arrivo.

Sembrava che non ascoltasse, e continuava a porre la stessa domanda: «Dov'è Jesolo?». Vani anche gli inviti a sedersi e a pazientare. Alla fine, terminata la corsa, tutti sono scesi tranne quell'uomo che è rimasto fermo sul bus finché il conducente non si è alzato. Avvicinandosi ha infine preso la mira all'altezza dell'addome del lavoratore, sferrandogli un pugno in pancia. Lui ha preso il telefono e ha chiamato il 112. Accanto a questa versione dei fatti ne esiste un'altra, opposta, che il presunto aggressore, A.P., ha affidato al suo avvocato.

«I fatti così come raccontati, secondo il racconto del mio cliente si sono svolti in maniera diametralmente opposta - scrive l'avvocato - È infatti, il mio assistito ad avere già denunciato di avere subito a opera dell'autista (alla presenza di testimone già indicato ai carabinieri) una inspiegabile improvvisa aggressione che gli ha causato lesioni molto gravi certificate da documentazione di Pronto soccorso già consegnata agli inquirenti. A.P. ha avuto la sola colpa di avere garbatamene chiesto un’informazione sulla fermata di proprio interesse. È lui ad avere subito lesioni e non ad averle procurate. Quando avrà accesso agli atti di indagine, il mio cliente valuterà le ulteriori opportune azioni qualora dovesse riscontrare dichiarazioni (di chiunque) non veritiere».