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Cronaca

Sul Casinò i giochi sembrano fatti, i sindacati: sciopereremo ad oltranza

Contro privatizzazione, le manifestazioni potrebbero durare per l'intera settimana dal 25 aprile al 1 maggio, domani consiglio comunale vota delibera sulla riorganizzazione della gestione

Sulla privatizzazione del Casinò di Venezia, sembra non placarsi il braccio di ferro tra i lavoratori, preoccupati di perdere il proprio posto di lavoro, e il Comune. Non è bastato il maxiemendamento alla delibera approvata dalla Giunta sullo scorporo in due della Casinò Spa (da una parte la società di gestione dei giochi, la Cmv, Casinò Municipale di Venezia, dall’altra quella del patrimonio), grazie al quale sono state inserite sostanziali tutele per i manifestanti, in ottemperanza all’articolo 2112 del codice civile, sulla continuità dei rapporti di lavoro in essere. Non sono bastate le garanzie sulla tutela dell’occupazione e dei livelli di reddito.

I sindacati della casa da gioco minacciano di scioperare ad oltranza nella cruciale settimana tra il 25 aprile e il 1 maggio, sferzando un fortissimo colpo ai bilanci già in crisi del Casinò. Gli stessi sindacati rivelano tuttavia posizioni diverse, qualcuno chiede di non procedere in una strada che potrebbe, in sostanza, avere l’effetto paradossale di portare alla liquidazione dell’azienda.

Dopo un dibattito durato fino alle 2 di giovedì notte, la seduta del Consiglio comunale di Venezia per la votazione sulle sorti del Casinò è stata sospesa e rinviata a lunedì. Tuttavia i giochi sembrano ormai fatti, la maggioranza appare decisa ad approvare la delibera che prevede la riorganizzazione della gestione e sancisce il primo passo verso la privatizzazione.

Malgrado le intere giornate di dure proteste, cortei e slogan da parte dei dipendenti del Casinò, il sindaco Giorgio Orsoni e il vicesindaco e assessore al Bilancio Sandro Simionato hanno assicurato che si procederà lungo la strada ormai delineata e, dopo aver raccolto molte osservazioni della commissione e degli stessi lavoratori, si sono augurati che, a delibera approvata, riprendano i contatti pacifici con i sindacati.

L’opposizione chiede le dimissioni del management della casa da gioco e dell’amministratore delegato Vittorio Ravà, colpevole di non aver previsto, due anni fa, la situazione critica che ha portato la Spa a dimezzare il suo contributo al Comune. La concorrenza, i decreti sui controlli antiriciclaggio e l’obbligo di non incassare contante al di sopra dei 2500 euro non hanno fatto, poi, che rendere ancor più problematica la congiuntura di crisi internazionale. Le spese non si riducono, gli investimenti non arrivano e le casse di Ca’ Farsetti non hanno i soldi necessari a ricapitalizzare la sua società. Dando la gestione dei giochi ai privati, le sorti del Casinò si risolleveranno, assicura la maggioranza.

Se lunedì la delibera passerà, comincerà la seconda fase. La ricerca di un gestore privato (dei gruppi americani, russi e francesi sono già in corsa) e l’avvio di una gara internazionale.

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