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Cronaca Pramaggiore

Sgominata banda di predoni, razzie in serie tra la Marca e il Veneziano

Trentasei i colpi contestati, anche nel Portogruarese. A volte i sei banditi, cinque romeni e un italiano, visitavano più volte lo stesso locale. Tre sono di Pramaggiore

Dai flessibili alle bottiglie di aceto, dalle sigarette ai gratta e vinci, dai contanti alla bigiotteria, fino alle auto e le macchine fotografiche. Qualsiasi cosa trovassero, la rubavano. Sono almeno 36 i furti commessi da una banda di ladri da ottobre 2014 a maggio 2015. Colpi commessi poco distante dalle loro abitazioni e in particolar modo ai danni di case ed esercizi pubblici che loro stessi frequentavano e studiavano nei minimi dettagli. Cinque uomini di origine romena, quasi tutti imparentati tra loro, e un italiano, sono finiti in carcere. Un’organizzazione criminale particolarmente pericolosa che aveva base logistica a Oderzo, nell Trevigiano, e che per mesi ha terrorizzato i cittadini con una serie di furti in abitazione. Una banda che si affidava anche a una donna, N.C.A., 27enne, che forniva l’appartamento come deposito della refurtiva, l’unica non destinataria di una misura cautelare e nei confronti della quale sono stati invece disposti l’obbligo di dimora a San Polo di Piave e di firma.

A finire in carcere sono stati Georgian P., 29 anni, cognato di Nicolae T., 27 anni e ., di Ionel T., 19 anni (questi due ultimi fratelli), tutti di Pramaggiore, nel Veneziano, e poi Luca C., 25 anni (l’unico italiano, di San Polo di Piave) e altri due fratelli sempre di San Polo, Giulian A., 24 anni e Adrian A., 20 anni. Una banda organizzatissima, difficile da incastrare anche per i carabinieri della compagnia di Montebelluna che hanno svolto le indagini (una quarantina i militari che hanno partecipato all’operazione coordinata dal pm De Bortoli). I banditi, infatti, erano dotati di ricetrasmittenti e non agivano mai a volto scoperto. Entrare in azione in locali da loro frequentati e particolarmente vicini alle loro abitazioni, poi, era una mossa che consentiva di giustificare i loro movimenti in caso di controlli stradali.

L’indagine è partita a ottobre scorso dopo una rapina in abitazione a Pederobba. In quell’occasione il padrone di casa rientrò e venne colpito con un cacciavite. Da lì sono cominciate le osservazioni, i pedinamenti, fino ad arrivare a venerdì, quando i sei sono finiti in cella. Una quarantina i colpi contestati, soprattutto nella bassa Trevigiana (San Polo, Oderzo, Ormelle, Cornuda, Fontanelle), ma anche nel Veneziano. La banda era solita tornare anche a visitare lo stesso locale a distanza di pochi mesi, o addirittura di pochi giorni. In un’occasione venne denunciato un furto di 500 litri di gasolio ai danni di un autotreno, e di 700 pochi giorni più tardi. Alcuni proprietari di locali subirono anche due furti a distanza di due mesi. I malviventi asportavano di tutto. I carabinieri hanno accertato anche furti di tabacchi o in un’occasione di una motosega che i banditi hanno poi rivenduto e ri-rubato. Tutti i componenti della banda, da anni residenti in Italia, erano disoccupati. Almeno una decina le auto rubate tra la Marca e il Veneziano, tra cui una Bmw che poi è stata incendiata e abbandonata a Gorgo al Monticano. I banditi, oltre a studiare i locali da colpire e i relativi movimenti dei titolari, spesso se non conveniva agire rimandavano i colpi ai giorni successivi. Una svolta importante nelle indagini l’ha data la scoperta di un garage in via Pescheria a Oderzo all’interno del quale sono state trovate tre auto e diversa refurtiva. Il bottino sequestrato ai ladri, per centinaia di migliaia di euro, in parte è già stato restituito. 

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