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Cronaca

Brugnaro duro sul futuro del Casinò di Venezia "Accordo con i sindacati o 150 esuberi"

Il sindaco al Consiglio: "Stop alle trattative per lo spostamento di 20 macchinette obsolete. Non si capisce ciò che si sta rischiando. Anche la chiusura temporanea di Ca' Vendramin"

"O si ritorna al tavolo o saremo costretti a presentare un piano di ristrutturazione che prevederà 150 esuberi". Il futuro delle casse di Ca' Farsetti è legato anche ai futuri bilanci del Casinò di Venezia. Una realtà da rilanciare anche attraverso una riorganizzazione globale della casa da gioco. Ne è convinto il sindaco Luigi Brugnaro, che giovedì è intervenuto in Consiglio comunale dopo che il giorno prima i sindacati avevano abbandonato la trattativa per il rinnovo del contratto di settore: "Se ne sono andati dopo che avevamo dichiarato di voler spostare una ventina di macchinette ormai obsolete - ha dichiarato il sindaco - E' un atteggiamento che non possiamo accettare. Stiamo ammodernando la macchina comunale e anche i lavoratori del casinò devono accettare di non essere privilegiati rispetto agli altri".

Il panorama non è certo roseo, visto i conti "ballerini" della Casa da gioco: "Abbiamo iniziato la trattativa con l'idea di salvare i posti di lavoro - ha continuato il primo cittadino - Ma non accettiamo l'idea che il sindacato possa avere potere di veto nella gestione di un'azienda. Perché in passato questo Comune ha concesso sempre qualcosa, in tempi di vacche grasse. Ora non è più possibile sommare accordi su accordi. Abbiamo deciso di fare tabula rasa e presentare un contratto quadro".

A breve il Comune ha confermato altri 2 incontri con i rappresentanti dei lavoratori: "Intendiamo rilanciare l'azienda, dopo l'esperienza negativa di un anno fa - ha sottolineato Brugnaro - e se in futuro ce ne saranno le possibilità, si farà anche la nuova sede. Ora però è impossibile. Con i sindacati la situazione è insostenibile. Se non troveremo un accordo sulla base di una garanzia totale dei posti di lavoro e di nuove modalità operative per rendere attrattiva l'azienda, ci sarà un piano di ristrutturazione con circa 150 esuberi e chiusura temporanea della sede di Venezia. Quanto accaduto mercoledì è sembrato un ricatto inaccettabile, e la legge ci impone di proporre un piano molto serio. Sono convinto - ha concluso - che non ci si sta rendendo conto di quanto si sta rischiando. Anche perché gli esuberi possibili potrebbero essere in tutti i settori, nessuno escluso".

Dichiarazioni che hanno indotto alcuni esponenti delle opposizioni a prendere la parola: "State ripetendo quanto dichiarato da noi in sede di approvazione del bilancio 2015", ha affermato il capogruppo del Movimento Cinque Stelle, Davide Scano. Il consigliere del Partito Democratico, Andrea Ferrazzi, ha invece messo sul piatto il piano del Pd per il futuro della Casa da gioco: "Costruzione della nuova sede del Casinò nella zona dello stadio, per evitare l'effetto cattedrale nel deserto. Con alberghi e vie di comunicazione adeguate. L'area verrebbe rivalutata. Si mettano a bando i 30 ettari con un introito per il Comune di 30 milioni di euro, più altri 20 per la vendita della zona della vecchia sede di Ca' Noghera. Si avrebbero in cassa 50 milioni di euro, una sede nuova in grado di attirare risorse e finanziare le attività sociali del Comune". 

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