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Cronaca

Minacce antisemite durante la conferenza della comunità ebraica: individuati i responsabili

L'episodio risale a novembre. I responsabili si erano intrufolati in una videolezione di Ebraismo organizzata dalla comunità veneziana

L'episodio risale allo scorso 3 novembre, quando utenti ignoti, celati dietro ad un nickname, hanno fatto accesso abusivo ad una videoconferenza della comunità ebraica di Venezia, interrompendo una lezione di Ebraismo con offese e minacce antisemite e condividendo sullo sfondo dello schermo anche una svastica.

Svastica e minacce antisemite

Gli investigatori della Digos, in collaborazione con i dipartimenti di polizia postale di Veneto e Lombardia, coordinati dalla Procura di Venezia, hanno individuato i responsabili del gesto, che si erano coordinati all'interno di un canale Telegram ad hoc.

Stando alle prime informazioni emerse non sembra che si tratti propriamente di gruppi organizzati di estrema destra, quanto piuttosto di ragazzi che si sarebbero resi autori di una "bravata", forse anche più d'una: il che, comunque, non ridimensiona la gravità dei fatti. Sarà poi la magistratura a stabilire quali reati siano stati compiuti, e in particolare se rientrino nella casistica oggetto della legge Mancino relativa alle azioni ispirate al nazifascismo.

Perquisizioni e sequestri

Gli agenti, dunque, hanno ottenuto dalla piattaforma Zoom i dati necessari a rintracciare gli utenti intrusi e, stamattina, hanno eseguito delle perquisizioni nelle loro abitazioni, in provincia di Bergamo. Lì hanno effettivamente trovato e sequestrato i dispositivi che erano stati utilizzati per l'intromissione.

Il questore di Venezia Maurizio Masciopinto ha voluto sottolineare l'importanza, anche simbolica, che riveste l'aver individuato gli autori del gesto proprio nella settimana in cui tutto il mondo celebra la memoria delle vittime della Shoah. «È fondamentale che soprattutto le nuove generazioni ne comprendano la portata del disvalore, - ha detto il questore - perché la storia non si ripeta». La questura ha anche spiegato che l'episodio, per forme e contenuti, «è analogo ad altri che stanno accadendo sempre più spesso negli ultimi tempi in numerose altre occasioni di riunione in rete, come lezioni, convegni, video-conferenze».

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