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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

Udienza entro la settimana per il terrorista turco "Tutto in 37 minuti"

Il questore Angelo Sanna: "Merito del sistema informatizzato di controllo degli ospiti degli alberghi. Così abbiamo potuto operare in sicurezza"

Potrebbe essere celebrata entro questa settimana (con ogni probabilità il 9 aprile) l'udienza in Corte d'Appello di Venezia per esaminare la richiesta di estradizione della Turchia nei confronti di Unal Erden, il 45enne fermato dalla polizia di Venezia nella notte tra domenica e lunedì mentre si trovava in un albergo sul Terraglio con la famiglia, a Mestre. Si tratta di un medico ora di cittadinanza austriaca che era stato raggiunto da un mandato di cattura internazionale emesso dalla magistratura del Bosforo per reati di terrorismo. La magistratura italiana, attraverso l'Interpol, potrebbe sentire nei prossimi giorni i magistrati turchi ed esaminare il fascicolo su Erden, per poi istruire la pratica di estradizione. L'uomo era in vacanza a Venezia con la famiglia (la moglie e i due figli), che ha già fatto rientro in Austria.

"Il cittadino turco - ha spiegato il questore di Venezia, Angelo Sanna - è a disposizione dell'autorità giudiziaria di Venezia per istruire, in base alla richiesta dell'autorità giudiziaria turca, la procedura di estradizione che potrebbe essere accolta o meno dallo Stato italiano. Tutto si è concluso in meno di quaranta minuti, assicurandoci di operare in sicurezza". Sono infatti le 23.38 quando la sala operativa della questura viene raggiunta dall'alert dal sistema informatizzato di controllo delle liste degli ospiti delle strutture ricettive lagunari: in un albergo di Mestre si trova una persone che potrebbe essere raggiunta da un'ordinanza di cattura internazionale. Poi si scoprirà che era proprio Unal Erden: "A quel punto viene informata la Volante che è già operativa sul territorio. Si avvicina all'obiettivo mentre nel frattempo viene informata la Digos - continua Sanna - Abbiamo acquisito informazioni per operare in sicurezza, visto che lui si trovava insieme ai propri famigliari. Era doveroso farlo. Dovevamo assicurarci di non coinvolgere né fisicamente, né psicologicamente i giovani che si trovavano in quell'albergo con il medico turco. Dopo trentasette minuti era tutto concluso".

Il 45enne è accusato dalle autorità turche di aver preso parte ad azioni eversive tra il 1994 e il 1995, tra cui un attentato negli uffici di una banca ad Ankara. Potrebbe aver anche svolto l'attività di reclutatore per conto della Dhkp-C., l'associazione terroristica che ha sequestrato il 31 marzo scorso a Istanbul il procuratore Mehmet Selin Kiraz, poi morto durante il blitz delle forze speciali.

A dare avvio all'operazione è stato il dispositivo informatico predisposto dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza, che mette in connessione le strutture ricettive con la banca dati nazionale delle forze di polizia, sostituendo la vecchia "schedina di registrazione alberghiera" con l'inserimento diretto da parte degli operatori del settore dei dati identificativi degli ospiti che, qualora coincidenti con le informazioni conservati nel database, fanno scattare il sistema di alert alla sala operativa della questura.

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