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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Indennità ai vigili del fuoco di Venezia, sede disagiata. Fns Cisl: «Solo sulla carta»

Il segretario Lorenzo Zanon e il coordinatore per Venezia, Christian Cornello: «Roma dovrebbe avere un occhio di riguardo per gli operatori lagunari»

Le indennità economiche per il servizio in laguna, sede disagiata, sulla carta ci sono ma non vengono erogate. Ormai da tempo il sindacato Fns Cisl Venezia che rappresenta i vigili del fuoco di Venezia e terraferma, denuncia questa anomalia. Il segretario Lorenzo Zanon e il coordinatore per Venezia, Christian Cornello, rincarano la dose. «Scarsa manutenzione delle strutture e dei mezzi, e carenza di personale, mettono in difficoltà gli operatori che continuano a non trovare risposte. Il dipartimento generale di Roma – osservano Zanon e Cornello – deve avere una maggiore attenzione per i vigili del fuoco di Venezia: una città molto particolare, con interventi sia terrestri che in acqua, con edifici storici e difficoltà di spostamento in un territorio molto vasto».

I  numeri per la sigla parlano. A livello di personale, come capi reparto, si dovrebbero contare 180 operatori, invece ce ne sono 115 (sotto di 65 unità), ovvero meno 30 per cento. Lo stesso vale per il personale vigile: mancano 40 addetti. «Tra il 2023 e il 2024 ci sono molti pensionamenti per anzianità di servizio - proseguono Zanon e Cornello - Proprio nel capoluogo siamo carenti di queste figure qualificate, perché non abbiamo fondi per chi è costretto a rientrare per coprire le assenze di organico e gli addestramenti operativi. Non solo, abbiamo pochi autisti patentati terrestri e nautici».

Per chi lavora, spiegano non mancano poi problemi quotidiani. «Non abbiamo le indennità lagunari riconosciute per legge – precisano – ma che ancora non ci sono state assegnate. Non solo, siamo carenti con i dispositivi individuali di protezione (dpi) da usare in caso di eventi atmosferici, durante la navigazione oppure negli incidenti in laguna. In pratica, il vigile del fuoco diventa difficile da individuare in acqua, perché le tute dovrebbero rispettare i requisiti per la navigazione, come specificato dalle leggi europee, mentre quelle in uso non hanno i catadiottri e le luci in caso di caduta in acqua. Le questioni sono già state discusse più volte con il comando ma non recepite dal dipartimento centrale dei vigili del fuoco a Roma».

Poi i due rappresentanti denunciano i lavori di manutenzione da eseguire, su strutture e non solo, e chiedono più strumenti per poter lavorare al meglio. «Non ci sono fondi specifici stanziati – proseguono Zanon e Cornello – per la cura delle barche. Non essendoci un capitolato economico apposito, s’impiegano i soldi destinati ai veicoli terrestri, sottraendoglieli. Serve un mezzo per il soccorso in acqua bassa e questo aspetto non è mai stato del tutto preso in considerazione dal comando: ricordiamoci che a Venezia si possono verificare anche delle secche in mare. Anche la caserma di Ca’ Foscari a Venezia, storica in Italia, necessita di continui interventi come qualsiasi altro edificio cittadino».

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