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Cronaca

Una stanza per le vittime di violenza di genere. Brugnaro: "Donne sono sentinelle di libertà"

Inaugurazione di uno spazio apposito nella caserma del comando provinciale dei carabinieri a San Zaccaria. Il procuratore Cherchi: "Questione culturale, il rispetto si insegni a scuola"

"Non diamo per scontata la libertà della donna di girare per la strada, di avere una vita lavorativa. I diritti dobbiamo continuare a difenderli". Così il sindaco Luigi Brugnaro, presente venerdì mattina all'inaugurazione della stanza dedicata all'audizione delle donne vittime di violenza di genere all'interno della caserma del comando provinciale carabinieri di Venezia, in campo San Zaccaria. "Faccio un appello più agli uomini che alle donne - ha detto il primo cittadino - Io immagino la donna come sentinella della democrazia, della libertà. Se vedi in una città donne serene vuol dire che si sta bene, se le vedi ritrose, sofferenti, c'è qualcosa che non va. Credo che il rispetto della donna significhi far partecipare i giovani alle incombenze di casa, perché le donne il più delle volte lavorano il doppio. Agli uomini dico: se sei un vero uomo quando hai difficoltà non devi risolverle in maniera semplicistica e sfogarti con chi hai accanto. Bisogna essere onesti. Dovremmo istituire anche una giornata per l'uomo, tornare ad attribuirgli responsabilità".

IL SINDACO DI VENEZIA, LUIGI BRUGNARO

Tre stanze in provincia

Con il primo cittadino, che si è detto contrario alle "quote rosa" perché non rappresenterebbero una "mancanza di riconoscimento delle qualità della donna", alla cerimonia, erano presenti il procuratore capo Bruno Cherchi, la presidente del Soroptimist Club nazionale Patrizia Salmoiraghi, la presidente della sezione di Venezia, Caterina Marcantoni Cherido, il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Claudio Lunardo. L'evento rientra nella campagna nazionale "Una stanza tutta per sé", che ha visto altre stanze (sono 98 ora). Tra loro ce ne sono due anche nella terraferma veneziana, a Mestre e San Donà. L'iniziativa serve a mettere a disposizione un ambiente riservato e protetto in cui accogliere le donne che intendono denunciare le violenze subite, sostenerle e aiutarle nel delicato momento della denuncia e nel percorso verso il rispetto e la dignità della loro persona. È stato proiettato un cortometraggio dal titolo "Piccole cose di valore non quantificabili", che ha ricevuto numerosi riconocimenti tra cui il premio della critica al Genova Film Festivale e quello come migliore attrice non prptagonista a Fabrizia Sacchi al Fano Film Festival.

IL COMANDANTE PROVINCIALE DEI CARABINIERI, LUNARDO

"Personale preparato a disposizione delle donne"

Ad accogliere le donne nella stanza, situata tra gli uffici del Nucleo operativo della Compagnia carabinieri, reparto altamente specializzato e deputato a svolgere le indagini più delicate anche a supporto delle stazioni carabinieri dislocate sul territorio lagunare. sarà presente "personale sensibile e preparato, perché la violenza in qualsiasi forma possa essere combattuta, denunciata e mai subita". Sottolineata la collaborazione con il Centro donne e il Centro antiviolenza del Comune di Venezia. Alla cerimonia hanno partecipato gli allievi del conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, con intermezzi musicali, e gli studenti dell'istituto alberghiero Barbarigo, che hanno contribuito al rinfresco offerto al termine dell'inaugurazione. Perché il rispetto della donna e di chi è più debole si costruisce già tra i banchi di scuola. Non è un caso che gli alunni della classe 5L del liceo artistico Guggenheim, abbiano realizzato un manifesto che rappresenta in modo simbolico la violenza sulle donne (l'opera sarà utilizzata in una prossima campagna di comunicazione dedicata al tema). L'intento è di continuare la produzione di opere contro la violenza di genere ed esporle poi in ambienti museali (in questo senso è stato chiesto l'apporto anche del sindaco Brugnaro). Di più, l'idea è di rendere visibili le opere in giro per la città. Contrastando con la cultura un fenomeno che spesso rimane nella penombra.

"Questione culturale"

Un modo per coinvolgere i più giovani in un argomento che, secondo le parole del procuratore capo Cherchi, "si deve comprendere da bambini". "C'è un problema di mancanza della cultura del rispetto - ha sottolineato - Il rispetto e l'accettazione dei ruoli si apprendono in casa e nell'ambito sociale di riferimento. Nei rapporti interpersonali, anche quelli più stretti, che dovrebbero fondare il rapporto primo della società, ci sono anche delle carenze che portano a comportamenti violenti. Ci sono il bullismo o gli atteggiamenti eccessivi anche su treni e autobus. Questo è un problema che va affrontato in famiglia, ma anche dalle istituzioni pubbliche, in primis dalla scuola, che a tratti mi pare non faccia tutto quanto il possibile. Non può esserci solo il sistema repressivo, che deve essere l'eccezione in una società. Invece questi fenomeni dilagano, come mi pare stia accadendo a giudicare dal numero di denunce che raggiungono i nostri uffici. In procura - ha dichiarato - abbiamo creato un gruppo apposito di magistrati che si occupa di reati di violenza sulle donne e sui minori".

"Attenzione alle denunce calunniose"

Nel mirino anche le nuove frontiere dei maltrattamenti: "Non dobbiamo pensare che la società necessariamente migliori con l'arrivo della tecnologia - ha spiegato Cherchi -  Anzi, continuano ad arrivare denunce per l'utilizzo scorretto di video o filmati anche con presunti abusi su minori. L'attività di Soroptimist ci aiuta molto, perché il contatto con la vittima e la parte repressiva è spesso drammatico. E' un momento particolarmente delicato e quindi l'intervento e l'ambito in cui viene raccolta la testimonianza della parte offesa è importante, ma è anche una parte fondamentale per ciò che accade dopo, perché come magistratura per portare a giudizio le persone abbiamo bisogno di prove. Dobbiamo valutare la credibilità delle persone e la loro capacità di sostenere un eventuale controesame. In questo senso spesso le vittime di maltrattamenti sono minori, anche molto piccoli. Ci sono anche le false denunce, ne abbiamo molte. Si tratta di tentativi di sfruttare la via penale per aggredire il proprio partner".

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