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Domenica, 28 Aprile 2024
Economia

Sempre più imprese venete vogliono l'idrogeno

Presentato al capannone del Petrolchimico di Marghera lo studio "Mappatura competenze e domanda di idrogeno in Veneto". Presenti il ministro Pichetto Fratin, il sindaco Brugnaro e l'assessore Marcato

Quasi la metà delle aziende venete è interessata a progetti che prevedono l’utilizzo o l’offerta - produzione, stoccaggio e distribuzione - di idrogeno. Tuttavia, ad oggi, l’idrogeno rimane una fonte residuale di approvvigionamento energetico per la presenza di fattori che ne ostacolano l’implementazione, come il costo elevato e, più specificamente nell'ambito industriale, l'incertezza che caratterizza la parte legislativa, burocratica e dei finanziamenti pubblici.

È quanto emerge dallo studio "Mappatura competenze e domanda di idrogeno in Veneto", realizzato da Boston Consulting Group (Bcg), con il coordinamento di Regione del Veneto, e con il contributo dei soci della Fondazione Venezia capitale mondiale della sostenibilità.

I risultati dello studio

Lo studio, condotto su un campione di 250 imprese nella regione Veneto, delinea buone prospettive: 38 aziende del territorio sono già impegnate in progetti sull'idrogeno o lo saranno nel breve termine, principalmente per le attività di sviluppo di dispositivi e sistemi (35%) e nei trasporti (24%). Anche dal punto di vista degli investimenti, la maggior parte delle imprese ha già previsto di stanziare delle risorse per i propri progetti o sta considerando un finanziamento pubblico per farlo. Tra coloro che non manifestano interesse alla conversione, i motivi principali sono: mancanza di conoscenza della materia (28%), non ritiene strategico l’investimento (20%), percepisce una carenza infrastrutturale (12%), ritiene eccessivamente onerosi gli investimenti rispetto alla resa (8%), preferisce altre fonti rinnovabili (5%).

Questi risultati hanno aperto la conferenza "La filiera dell’Idrogeno in Veneto: stato dell'arte e prospettive di sviluppo" organizzata dalla fondazione al capannone del Petrolchimico, dove sono intervenuti il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, il presidente, Renato Brunetta (da remoto), l'assessore veneto allo Sviluppo economico, Roberto Marcato, e il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.

Pichetto Fratin: «Da idrogeno nuove opportunità»

Per questione climatica, sostenibilità, mantenimento della ricchezza e sviluppo futuro, «l'idrogeno è uno dei veicoli sui quali siamo impegnati in maniera molto forte per cogliere nuove opportunità», ha detto Pichetto Fratin, spiegando che il futuro per l'idrogeno «può essere importantissimo». E l'Italia potrebbe rivestire un ruolo di primo piano: «Rispetto a tre anni fa - ha sottolineato - si è rovesciato completamente il ruolo del nostro Paese. All'epoca il centro di smistamento energetico era il centro Europa, oggi lo possiamo essere noi. Quindi il nostro disegno deve andare in quella direzione, e possiamo diventare davvero un'area importante al centro del Mediterraneo e in Europa».

«L’idrogeno pulito sarà alleato fondamentale dell’elettrico rinnovabile nelle strategie di decarbonizzazione del nostro Paese», - ha detto Brunetta, sottolineando che l’area industriale di Porto Marghera, «una delle più infrastrutturate a livello nazionale, potrebbe ospitare con successo una "hydrogen valley"». Sulla stessa linea Marcato: «Siamo convinti che per la capacità del territorio e la sua ubicazione, il Veneto si candida a essere davvero capitale dell'idrogeno». Il primo cittadino Brugnaro ha quindi aggiunto: «Non possiamo proporre ai giovani un futuro fermo a logiche del passato, dobbiamo invece puntare su tecnologie migliori, nuove, e l'idrogeno è proprio questo. È una grande opportunità e non dobbiamo aspettare che siano gli altri Paesi a fare i primi passi per poi trovarci a rincorrerli».

A conclusione della presentazione dello studio, Pietro Romanin, managing director e Partner di Bcg, ha tirato le fila: «Le aziende del territorio rispondono positivamente agli stimoli in tema di idrogeno e cominciano a inserirlo nelle proprie strategie di decarbonizzazione. Diventa quindi sempre più importante effettuare questo tipo di analisi, per mappare la domanda di idrogeno delle realtà aziendali nei diversi territori del nostro Paese, così come le competenze per implementare i progetti più in linea».

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