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La marcia dei cinquemila a Mestre: «Noi pronti a tornare in corteo a settembre»

Oltre ottanta realtà del territorio fra associazioni, comitati, negozi e attività fanno un bilancio del corteo del 24 febbraio. Ieri l'incontro in via Piave. «Ora avanti con le proposte per la sicurezza, la socialità e la rigenerazione»

Alcune delle 80 realtà che hanno aderito al corteo dei cinquemila del 24 febbraio scorso si sono trovate ieri in via Piave per fare il punto della situazione, ringraziare la città e le forze dell'ordine e commentare il risultato «al di là di ogni aspettativa» del corteo mestrino. Ora è il momento delle proposte, hanno commentato, «e a settembre, se non prima, siamo pronti a una nuova manifestazione», annunciano.

E allora al via confronti, dibattiti, condivisioni, proposte, con lo stesso spirito che ha animato l'organizzazione della fiaccolata 2.0 per costruire il cambiamento attorno ai temi della marcia: sicurezza, servizi e rigenerazione. «Abbiamo intenzione di organizzare eventi specifici a Marghera, Mestre, Venezia e Lido - dice Nicola Ianuale del Gruppo di lavoro via Piave - e trovare punti di contatto anche con le istituzioni». De resto, afferma Roberto Cargnello del comitato "Viva Petrosto", «alla marcia ha partecipato anche chi ha votato per l'amministrazione comunale. Ci rivolgiamo a chi governa e a chi vorrà governare la città in tutte le sue componenti».

«Mestre - riflette Ianuale - è stata attraversata da un momento di entusiasmo sentito da tutti e anche di riflessione sulla qualità della vita, il benessere, la casa, i momenti di ricreazione e di cultura». Tirate dunque le fila del poderoso risultato della marcia dei 5 mila, «ora occorre tenere viva la motivazione che ha messo insieme tante anime così diverse tra loro. Dobbiamo stringere i tempi e fare cose concrete», esorta Sergio Firpo del comitato "Altobello in cammino". Esiste un planning delle prossime iniziative? «Qualcuno vuole sapere se stiamo costruendo un movimento politico, ma una risposta per ora non c'è. «Esistono fra le realtà che hanno aderito alla manifestazione e continuano a farlo - osservano i gruppi - differenze profonde».

Di sicuro, spiega Vittoria Scarpa di "Marghera libera e pensante", «il corteo è stato un modo per raccogliere l'attenzione e coordinare le risposte anziché porle le une in contrasto con le altre». Sul tema della sicurezza, ad esempio, la presenza massiccia di pattuglie in città si vede. «È innegabile, ma non è cambiato niente. Per questo servono proposte sulla socialità, i servizi, la residenza, il recupero degli immobili abbandonati, la rigenerazione degli spazi, gli eventi e la cultura», continua Ianuale. «Mettere telecamere pensando di sorvegliare persone fragili, che hanno bisogno di supporto e vengono trattate come questioni di ordine pubblico non porterà a risultati», dice Scarpa. «Se si vuole ricucire i due lati della città, Mestre e Marghera, bisognerebbe prima di tutto tenere aperto il sottopasso anche durante la notte».

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