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Mestre

Lite violenta, un ferito al pronto soccorso

L'aggressione lunedì sera davanti a un supermercato vicino al corso del Popolo. Coinvolti due tunisini e un gruppo di bengalesi. «Ronde? Stupidaggini. Nessuno le fa». L'appello del portavoce Howlader: «Denunciare sempre»

Un'altra lite violenta in corso del Popolo lunedì sera. Verso le 22.30 un tunisino è rimasto ferito in un'aggressione contro un gruppo di bengalesi ed è finito in pronto soccorso trasferito dal Suem, non in pericolo di vita. Solo per fortuna non ci sono state le conseguenze dell'accoltellamento in piazzale Roma il 30 luglio. In quel caso tre stranieri feriti a colpi di arma da taglio sono arrivati all'ospedale in fin di vita, mentre gli aggressori, tre bengalesi giovani, oggi si trovano in carcere.

La sera prima di ferragosto a Mestre, invece, il tunisino colpito è stato soccorso mentre sul posto è arrivata la pattuglia della Radiomobile dei carabinieri di Mestre, ricevuta la segnalazione, che ora indaga con la polizia locale e con il supporto delle immagini della video sorveglianza. Il dubbio riguardo a un possibile regolamento di conti fra etnie organizzate per farsi giustizia da sé, rimane. «È una stupidaggine - commenta uno dei portavoce della comunità bengalese veneziana, presidente di "Giovani Per L'umanità", Prince Howlader - Nessuno fa le ronde. Questo episodio è uno dei tanti, ma la differenza è che mentre prima se un bengalese veniva offeso o aggredito stava zitto, oggi le persone reagiscono. E pensano: viviamo e lavoriamo qua, facciamo parte di questa società e non disturbiamo nessuno, perciò non è corretto che veniamo trattati in questo modo».

Howlader ricorda la vicenda del connazionale 50enne rapinato il 15 maggio scorso. Arrivava dal lavoro, aveva staccato a tarda sera e a piedi, in via Costa, si stava dirigendo verso casa quando è rimasto accoltellato a un polso dopo una rapina. «La polizia gli aveva chiesto i dettagli e lui ha descritto il responsabile, che lo ha derubato di una collana d'oro e del portafoglio, ma non c'è stata alcuna svolta», argomenta. Altre volte i bengalesi sono intervenuti per difendere qualcuno. «Il fatto drammatico di piazzale Roma, da cui prendiamo le distanze e che condanniamo, è iniziato perché i connazionali volevano aiutare il tassista picchiato», afferma Howlader ricordando i concittadini che hanno subito furti e rapine. «Chiederò un incontro al prefetto, al questore e al Comune - continua lanciando un messaggio - nessuna violenza fisica o verbale è tollerabile, se succede bisogna chiamare le forze dell'ordine».

A quel punto, commenta anche il presidente di "Giovani Per L'umanità", occorre la certezza della pena. «In passato - conclude - grazie all'ascolto delle istituzioni abbiamo fatto passi avanti molto importanti con l'Usl 3: i volantini con le informazioni sanitarie in lingua bengalese ne sono un esempio. Ora vogliamo lavorare sull'integrazione: sto organizzando corsi di italiano». Intanto, oltre al Caf di via Poerio, Howlader sta per aprire una nuova sede a Treviso. Il segretario generale del Sinalp (confederazione sindacale nazionale autonoma dei lavoratori e dei pensionati) Orazio Sorece, ha anche nominato Howlader presidente interregionale Sinalp del nord Italia (foto sotto: Prince Howlader).

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