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Mestre, rissa in via Piave nella notte

Diverse persone si sarebbero scontrate per strada, almeno una di loro è rimasta ferita. Indaga la polizia

Ancora violenza in via Piave a Mestre. Le volanti della polizia sono intervenute verso mezzanotte nel tratto dei giardini, che in queste settimane ospitano eventi e concerti serali. Assieme alle pattuglie sono arrivate anche le ambulanze e, in supporto alle operazioni, i militari dell'Esercito. Sulla strada c'erano le tracce evidenti della lotta: abbondanti chiazze di sangue che hanno imbrattato il marciapiede e la fiancata di una macchina parcheggiata.

I testimoni parlano di varie persone coinvolte (una decina, o poco meno) in una vera e propria rissa tra bande. I protagonisti si sarebbero colpiti con cocci di bottiglia, forse coltelli, e almeno una persona è rimasta ferita, seppur lievemente: un 38enne di nazionalità nigeriana, poi curato all'ospedale per dei tagli e dimesso nelle ore successive. Saranno le indagini a chiarire con certezza cosa sia successo. La zona e le circostanze in cui si sono verificati i fatti suggeriscono che possa trattarsi di uno scontro legato agli ambienti dello spaccio, che ha l'epicentro proprio nei pressi della stazione ferroviaria. Nonostante i continui pattugliamenti delle forze dell'ordine e della polizia locale.

Di certo la vicenda si inserisce in un contesto delicato. «Il clima sulla scena dello spaccio ultimamente è molto teso - spiegano Mila Trevisan e Monica Sambo, del Pd - la repressione sta portando solo ad una evoluzione delle dinamiche di un mercato che rimane fiorente: il consumo rimane invariato e le politiche in atto non sono sufficienti ad arginarlo». Quello che accade nelle strade di Mestre, sostengono le esponenti dell'opposizione, «nasce dalla noncuranza nei confronti di gravi forme di disagio sociale, di cui ci sarà sempre una nuova criminalità organizzata pronta ad approfittare». Occorre quindi «lavorare su più fronti contemporaneamente per debellare il mercato della droga», in particolare quello delle politiche sociali: «Sia il questore che il prefetto - concludono - hanno chiesto politiche di inclusione e di presa in carico delle situazioni di disagio». 

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