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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Parco San Giuliano, 6 mila firme in una settimana contro il progetto del Comune

Lanciata dall'associazione Amici del Parco di San Giuliano, la petizione vola sia online sia al gazebo di fronte all'ingresso. «Ora il sindaco ci ascolti»

Sono più di seimila, in una settimana, le firme raccolte su change.org dalla petizione degli "Amici del parco di San Giuliano di Mestre" che chiedono di fermare il progetto di riqualificazione approvato dalla giunta comunale a metà febbraio. A queste vanno aggiunge le circa 400 firme raccolte al gazebo di fronte all'ingresso del Parco, sabato scorso e di nuovo oggi. 

La petizione, lanciata l'8 marzo, chiede alla maggioranza comunale di rivedere «l’Accordo di Programma e Variante al Piano degli Interventi su via San Giuliano, con il quale intende creare un polo di interscambio logistico e zona di attività produttiva, cui si sommeranno un terminal di trasporto pubblico/privato a vocazione turistica e due parcheggi di posti auto per 45.000 mq».

Secondo l'associazione la scelta della giunta Brugnaro, arrivata dopo 25 anni di stallo riguardo la riqualificaizone dell'area, «perde di vista il senso e l’obiettivo del progetto del Parco di San Giuliano, votato all’unanimità dal Consiglio Comunale nel 1996: la rigenerazione del territorio di gronda lagunare, inquinato dallo sfruttamento industriale degli anni 60/70, e la sua restituzione a titolo di risarcimento alla città di Mestre, che attraverso l’affaccio all’acqua riscopre il suo tratto identitario di città anfibia».

Il progetto comunale, prevede, tra le altre cose, la demolizione degli attuali insediamenti lungo la sponda del canale; la realizzazione di nuova viabilità, di un nuovo acquedotto e di 15 nuovi fabbricati; la ricollocazione dei pontili e della biglietteria per il trasporto persone; la sistemazione dell’attività di cantiere nautico esistente; la creazione di due parcheggi sulla proprietà Ater, che dovrebbero favorire i flussi da e verso Venezia sulla tratta San Giuliano-Fondamente Nove. 

Ma il piano non convince gli oltre 6500 firmatari che vedono nella scelta «un arretramento culturale, che ci riporta indietro di 30 anni e  le cui ricadute sono evidenti: la sottrazione di oltre 10 ettari di parco, l’aumento dell’inquinamento da gas e polveri sottili in un territorio fra i più inquinati d’Europa, l’aumento del moto ondoso che pregiudicherà l’utilizzo e la valorizzazione delle acque del parco per lo svago, lo sport e la cultura e l’arrivo di una moltitudine di turisti, ancora una volta a soffocare Venezia».  

Non è la prima volta che l'associazione Amici del Parco raccoglie migliaia di firme sul tema: era accaduto nel 2019, sempre contro l'area di interscambio, con una petizione che era stata poi portata in consiglio comunale. Anna Forte, presidente dell'associazione, nota come sul tema del progetto approvato ci sia poca informazione: «Parliamo con persone che sanno poco o nulla, ma quando spieghiamo, prevale il buon senso. Le firme in continua crescita dimostrano che sul tema c'è una sensibilità. Putroppo, la giunta finora non ha tenuto conto dei nostri dubbi, che evidentemente non sono solo nostri, e delle proposte in campo». L'associazione sta redigendo un ricorso al Tar, in quanto il procedimento utilizzato per approvare l'accordi di programma sarebbe stato «opaco dal punto di vista amministrativo». Il 13 aprile un incontro al Candiani di Mestre punta ad aprire il dibattito alla cittadinanza.

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