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Il gruppo San Pietro di Castello si appella all'Unesco per l'ex Sanguineti

Gli attivisti: «Ci sono violazioni delle raccomandazioni 4 e 10 relative alla tutela della residenzialità, del patrimonio culturale e all’impatto del turismo su Venezia e la sua Laguna»

«Ieri abbiamo esposto in vari luoghi della nostra città uno striscione con la scritta "Salviamo San Pietro e Sant'Anna"». Non solo. Il gruppo San Pietro di Castello ha anche inviato una lettera al World Heritage Committee (Comitato per il Patrimonio Mondiale) per segnalare la violazione delle raccomandazioni 4 e 10 relative alla tutela della residenzialità, del patrimonio culturale e all’impatto del turismo sul sito Unesco “Venezia e la sua Laguna”. La protesta del comitato contro l’espulsione degli abitanti dell’ex Caserma Sanguineti, e per la tutela dell’area archeologica di Olivolo e del complesso di Sant’Anna a Castello, va avanti contro il progetto della società francese Artea, a cui il Comune ha aperto le porte.

Spiega il gruppo San Pietro di Castello: «Il complesso monumentale dell’ex palazzo patriarcale di San Pietro di Castello (ex Caserma Sanguineti), è stato dichiarato di interesse culturale dallo Stato con decreto della Commissione regionale del 16 settembre 2020». Ora il Comune, che intende acquisire la proprietà del complesso per darlo in concessione alla società privata, affinché venga trasformato in una struttura ricettiva, «viola la raccomandazione 4 del Comitato del Patrimonio Mondiale, dove dice di "migliorare gli alloggi pubblici e riqualificare le aree urbane al loro precedente uso residenziale"».

Dell'ex palazzo patriarcale fa parte anche l'area archeologica dietro alla chiesa, anche questa compresa nel progetto della delibera di giunta. «Si tratta della più vasta zona di Venezia libera da edifici - argomenta il gruppo - Negli anni dal 1988 al 1992 e poi nel 2000 sono state fatte indagini archeologiche, da cui sono emersi reperti altomedievali che fanno ritenere ci si trovi di fronte ai primi insediamenti umani della città (isola di Olivolo)».

Ma qui il progetto della società francese prevederebbe di adibire l’area a giardino della struttura ricettiva, in parte chiuso. Per questo il comitato di Castello continua da mesi la protesta, con l'obbiettivo di arrivare a ottenere lo stop del disegno annunciato. «Non è possibile - commentano gli attivisti, per la maggior parte residenti in zona - che anziché parlare di come attrarre nuovi residenti si dia spazio a un progetto di turismo d’impresa». Numerose le iniziative di sensibilizzazione organizzate dal gruppo e che continuano nel sestiere, tra cui la lettera al al World Heritage Committee che rappresenta l'ultima iniziativa.

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