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Le proposte dei sette sindaci dei capoluoghi veneti: «Puntare sui Comuni per la ripartenza»

Hanno redatto un documento che sarà inviato al governo per chiedere risorse e sburocratizzazione. Brugnaro: «A Venezia, per ora, mancati introiti per 115 milioni di euro»

Finora la stima dei mancati introiti per il Comune di Venezia è di 115 milioni di euro, a cui andranno aggiunti i buchi delle società partecipate. «Venezia è in ginocchio», ha ripetuto il sindaco Luigi Brugnaro, spiegando che il tema più delicato è probabilmente quello del trasporto pubblico: «Faccio l'esempio della navigazione: facevamo 540mila ore di moto con i vaporetti e ce ne venivano finanziate 360mila (al 60%), il resto era sostenuto dai turisti». Alla voce di Brugnaro si uniscono quelle degli altri sei sindaci dei Comuni capoluogo del Veneto: assieme hanno redatto un documento di 20 punti con una serie di richieste e proposte da presentare al governo. Sono soluzioni relative a tributi locali, trasporto, eliminazione dei vincoli sull'impiego dell'avanzo di amministrazione, anticipazione di liquidità e altro ancora.

Possibilità ai Comuni di indebitarsi

Le amministrazioni locali, è stato detto stamattina in conferenza stampa, hanno bisogno di strumenti forti per affrontare la crisi che accompagna l'emergenza sanitaria. Non è solo questione di ottenere contributi dallo Stato, bensì di avere "mani libere" per gestire in modo più efficiente le risorse a livello locale. Molte proposte sono tecniche: ad esempio, il primo punto del documento propone di permettere ai Comuni di fare un "accertamento convenzionale" sull'Imu (la tassa sugli immobili), inserendo nel proprio bilancio una cifra equivalente a quella riscossa l'anno scorso, anziché quella che sarà effettivamente riscossa quest'anno e che sarà quasi certamente più bassa. Il sindaco di Padova, Sergio Giordani, ha messo in evidenza la proposta di liberare i Comuni dalle limitazioni del patto di stabilità: «Così potremmo fare debiti per i prossimi 10-15 anni: siamo Comuni virtuosi, lo Stato dovrebbe darci la possibilità di farlo. È uno dei pochi sistemi per avere risorse importanti senza chiedere nulla a nessuno».

Strumenti di gestione dell'ordine pubblico

Mario Conte, sindaco di Treviso e presidente di Anci Veneto, ha riepilogato: «Noi sindaci abbiamo apprezzato lo stanziamento di 3,5 miliardi di euro da parte del governo, ma deve essere solo un primo passo e ne serviranno altri. La conta dei danni è inestimabile». Si chiedono, quindi, procedure più snelle e liquidità sufficiente. Ma ci sono anche altri tipi di preoccupazione: Il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, ha specificato: «Nella lettera di accompagnamento al documento chiediamo strumenti di gestione dell'ordine pubblico straordinari. Sul tema della sicurezza nei prossimi mesi dovrà esserci un'attenzione particolare».

Lavoro ed economia

«È il momento dell'unità - ha detto ancora Brugnaro - per rispondere ai problemi dei cittadini, che sono a casa e sono spaventati dalla crisi economica.  Un bilancio complessivo dei danni, stando alle prime stime, si aggira tra i 220 e i 240 milioni di mancati introiti per le casse dei Comuni capoluogo veneti, tra cui spiccano i 115 milioni di euro per il Comune di Venezia, senza contare le società partecipate. I piccoli imprenditori e quelli della filiera turistica sono stati colpiti al cuore, la città è in ginocchio da questo punto di vista. C'è da considerare l'aspetto economico, il lavoro, la tenuta sociale nelle città. Dobbiamo far ripartire i motori, non ragionare solo sull'assistenzialismo». Il sindaco di Venezia ha aggiunto un appunto sulla Mostra del Cinema in programma a settembre, che per adesso è confermata: «Siamo orgogliosi e fieri: è un'iniezione di fiducia, a prescindere da quanto pubblico ci sarà in sala».

Il sottosegretario Pier Paolo Baretta ha commentato così l'incontro di oggi: «Le istanze dei sindaci sono sul tavolo del governo e fanno parte delle scelte che stiamo definendo. A cominciare dal primo stanziamento di 3 miliardi per comuni e province, al fondo per il trasporto pubblico locale, alla maggiore flessibilità nella gestione degli avanzi, insieme ad altre misure che saranno adottate nei prossimi giorni. In particolare vanno sostenuti i settori più penalizzati, come il turismo, per il quale si sta definendo un piano di interventi. Semmai andrebbe chiesto anche alla Regione di investire di più per imprese e famiglie, almeno quanto hanno fatto altre come Emilia Romagna e Lazio». Baretta, che è anche candidato sindaco di Venezia, ha concluso criticando l'amministrazione e il sindaco, accusandoli di fare «vittimismo fuori luogo» quando il Comune di Venezia, «molto più di altri, ha ricevuto, riceve e riceverà sostegni dallo Stato (rimborsi per l’acqua alta, buoni spesa, compensazione per le minori entrate, fondi per gli interventi di sanificazione)».

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