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Diecimila a Padova per lo sciopero, a Venezia in piazza anche gli studenti

Oltre 500 le lavoratrici e i lavoratori del Veneziano che hanno raggiunto il capoluogo euganeo. In Riva degli Schiavoni gli studenti hanno denunciato la precarietà: «Studiare diventa sempre più un lusso»

Diecimila persone in piazza a Padova per lo sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto pubblico, istruzione e ricerca, trasporti, igiene ambientale, poste, consorzi di bonifica, proclamato da Uil e Cgil, al quale hanno aderito anche gli studenti dell’Udu e della Rete degli Studenti. E sono oltre 500 le lavoratrici e i lavoratori veneziani che hanno raggiunto la manifestazione.

«Una legge di bilancio che taglia su tutti i fronti»

«Nonostante le intimidazioni - dichiara Daniele Giordano, segretario generale Cgil Venezia - e le forti avversità che si sono manifestate nei confronti dello sciopero del 17 novembre, le lavoratrici e i lavoratori hanno condiviso con forza le ragioni della protesta e il giudizio molto negativo nei confronti della manovra del Governo. I lavoratori del pubblico impiego, della conoscenza e dei trasporti anticipano di una settimana lo sciopero che venerdì prossimo (il 24 novembre) riguarderà tutti gli altri settori. Si tratta di una legge di bilancio che taglia su tutti i fronti - prosegue Giordano - e che manca di dare le risposte fondamentali a lavoratrici e lavoratori stremati dal caro vita, da salari inadeguati e dalla precarietà dilagante».

«Tutti i servizi educativi chiusi a Venezia, sale operatorie bloccate all’Angelo, a Mirano e a Venezia. Al 50% le sale operatorie a Dolo, tutti i Ceod dell’ULSS 3 chiusi, percentuali che raggiungono l’80% nei Comuni e anagrafi dimezzate - dichiara Marco Busato, segretario generale Fp Cgil Venezia -. Insufficienti le risorse per il rinnovo dei contratti nazionali del pubblico impiego, totalmente assenti quelle per il rinnovo dei contratti del terzo settore. Nessuna risorsa per sbloccare assunzioni in enti locali e sanità, tagli alle amministrazioni locali che produrranno inevitabilmente tagli ai servizi. Si riduce il fondo per la disabilità. A tutto questo si aggiunge il gravissimo attacco alle pensioni dei dipendenti enti locali e sanità».

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Anche gli studenti in piazza: «Studiare è sempre più un lusso»

In piazza, oggi, c'erano anche i ragazzi della Rete degli Studenti Medi e dell’Unione degli Universitari, che si sono riuniti in Riva degli Schiavoni con lo slogan: “Non resteremo a guardare”, in occasione della giornata internazionale dello studente. La denuncia era verso la situazione di precarietà. «Dal ritorno sui banchi di scuola gli studenti delle scuole superiori si sono ritrovati per l’ennesimo anno a interfacciarsi con una scuola che non tiene conto delle loro esigenze - dichiara Giorgia Piccoli, della Rete degli Studenti Medi del Veneto -. Il caro studi ha portato un senso di precarietà nella vita quotidiana dei giovani già da molto tempo, eppure continuiamo a rimanere inascoltati, mentre studiare diventa sempre più un lusso. Non resteremo a guardare una scuola fondata sul merito che decide di premiare solo coloro che possono permettersi di far fronte ad un costo medio di 1.800 euro all’anno.

«Non resteremo nemmeno a guardare la malagestione dei fondi per il diritto allo studio da parte di questa giunta regionale - continua Marco Dario, coordinatore dell’UDU Venezia -. Sono passati quasi due mesi dall’annuncio della copertura degli idonei non beneficiari del 22/23, con un anno di ritardo e ancora non sappiamo nulla. Nel mentre sono già uscite le graduatorie definitive a Padova, che non lasciano ben sperare nemmeno per Ca’ Foscari e Iuav. Anche quest’anno garantire un pieno accesso agli studi a tutti gli studenti non è una priorità di questo Governo e questa Regione».

Anche gli studenti in piazza: «Studiare è sempre più un lusso»

E anche a Mestre gli studenti hanno dato vita a un corteo «per riprenderci la voce e lo spazio che tutti i giorni ci vengono negati a scuola e in città - spiegano i ragazzi del Coordinamento Studenti Medi -. Eravamo in tanti a sfilare anziché andare in classe perché viviamo una delle scuole meno finanziate d’Europa, con una didattica arretrata e dei programmi che si fermano alla seconda guerra mondiale. Vogliamo che in classe ci vengano trasmessi strumenti per interpretare l’attualità e valori come l’antifascismo, l’antisessismo e l’antirazzismo, non solo delle competenze spendibili sul mondo del lavoro. L’ennesima riprova di quanto questa scuola non vada bene la stiamo avendo in questi giorni, con il silenzio che nelle nostre aule ha coperto il genocidio del popolo palestinese».

Il corteo degli studenti a Mestre

Manifestazione di solidarietà al popolo palestinese

Al cotonificio di Iuav, sempre in mattinata, un'altra manifestazione si è svolta per manifestare solidarietà alla popolazione palestinese, «per chiedere una presa di posizione chiara da parte del rettore e di tutta l'istituzione che condanni questo genocidio in atto - spiegano gli organizzatori, del collettivo universitario Li.S.C. -. Continueremo a farlo finché questo crimine non avrà fine, finché l’occupazione non cesserà di opprimere i territori palestinesi. La rabbia del presidio è sfociata in un corteo spontaneo che ha portato centinaia di persone verso il rettorato dei Tolentini e che si attiverà anche nelle prossime settimane: il 24 novembre ci sarà un altro presidio durante il senato accademico di Ca’ Foscari e il 29 al senato Iuav, per portare le mozioni scritte dal basso che chiedono una presa di posizione istituzionale di condanna del genocidio palestinese. 

Manifestazione di solidarietà al popolo palestinese

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