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Le previsioni

Turismo, alberghi verso un 2023 da record

Il settore guarda alla stagione con ottimismo. A Venezia già nel 2022 si è registrato un recupero delle presenze straniere, circa 9 milioni di turisti esteri. Il punto dell'Associazione veneziana albergatori

Albergatori, imprese e istituzioni si sono riuniti per parlare del futuro del turismo e fare il punto sulla fase in corso. L'occasione è stata la quinta edizione di Venice Hotel Market, evento organizzato dall'Associazione veneziana albergatori (Ava) il 5 aprile, negli spazi dell'M9 di Mestre. La sensazione è che quella del 2023 potrebbe essere una stagione da record, caratterizzata da una importante ripartenza delle imprese e da flussi turistici notevoli. L'evento ha dato anche spazio ai temi dell'attualità, come la promozione della città di Venezia, il Pnrr, l’evoluzione del mercato, la sostenibilità. Alla regia dell'iniziativa il nuovo direttivo dell’Ava, insieme al presidente Vittorio Bonacini e al direttore Claudio Scarpa.

Se nel weekend di Pasqua, come è evidente da qualche tempo, si va verso il tutto esaurito, la novità è che ci sono già molte prenotazioni per tutta l'estate, fino a settembre: aspetto particolare perché prima del covid le abitudini sembravano portare sempre più verso il last minute, mentre ora si nota una leggera inversione di tendenza. I visitatori saranno principalmente italiani ed europei, anche se Venezia gioisce per il ritorno degli ospiti statunitensi. Il presidente Bonacini ha ribadito che da aprile 2022 ad oggi il turismo a Venezia ha registrato una crescita impetuosa e che il 2023 andrà anche meglio, al netto di «alcune variabili facilmente intuibili: la principale è la guerra derivante dalla violazione della sovranità territoriale dell'Ucraina ad opera della Russia».

Per il Comune di Venezia sono intervenuti, tra gli altri, gli assessori Paola Mar, Simone Venturini e Francesca Zaccariotto. «Il turismo non riguarda solo gli albergatori - ha spiegato Venturini - ma è una delle spine dorsali della nostra città dal punto di vista economico. È motore culturale, è una macchina che fa arrivare in città moltissime persone che possono diventare investitori o partner».

Da notare che il 50% dei viaggi viene prenotato via web e solo il 30% avviene per contatto diretto con la struttura, senza intermediazione. Da uno studio di Intesa San Paolo emerge che nel 2022 c'è stato il pieno recupero degli arrivi nel litorale veneto: tra gennaio e novembre gli arrivi sono cresciuti del +0,8% sul 2019 (+1,5% degli italiani e il +0,5% degli stranieri), mentre le presenze sono scese del -1,3% a causa di una riduzione della durata della vacanza da parte degli italiani (-6,0% le presenze italiane), nonostante il rafforzamento della durata della permanenza della stranieri (+0,9%). A Venezia sono tornati gli stranieri: nel 2022 si sono registrati quasi 11 milioni di presenze, di cui più di 9 di provenienza estera, complessivamente quasi il doppio rispetto al 2021 (ma ancora leggermente al di sotto del pre covid). Crescono gli arrivi da tutte le provenienze europee e la Polonia ha fatto un grande balzo. Ancora non hanno recuperato i paesi dell'est asiatico (Cina e Giappone).

Per l'assessore Mar, «la città è ripartita anche grazie alla capacità di resistenza del settore alberghiero nei tempi più bui. Ancora più di prima, sono maturati i tempi per dare soluzioni ai temi della città come la necessità di una migliore comunicazione all’esterno, la collaborazione fra le categorie, la proposta di eventi di qualità».

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