Vendette la dose letale a un 17enne di Jesolo, arrestato con sei complici
Smantellato dalla polizia un sodalizio albanese-magrebino per lo spaccio di eroina tra Venezia e il Nord Italia. L'organizzazione si riforniva della droga "in sasso", per un guadagno milionario
Smantellato dalla polizia di Venezia un gruppo di narcotrafficanti di origini albanesi e magrebine attivo a Venezia e nel Nord Italia: sette i provvedimenti restrittivi, di cui uno nei confronti dello spacciatore che aveva venduto la dose mortale di eroina al diciassettenne morto a Jesolo nell'estate del 2011.
L'operazione, scattata alle 4, vede una cinquantina di agenti della squadra mobile veneziana coadiuvati da colleghi del commissariato di Marghera, della Mobile di Padova e di unità cinofile. Dall'indagine, iniziata nel 2011, è emerso che la droga, in ingenti quantità, era destinata soprattutto al centro storico di Venezia e alle zone turistiche balneari del litorale lagunare e dell'area di Mestre, oltre che alle province di Padova e Treviso.
Gli indagati erano in grado di approvvigionarsi autonomamente di partite di stupefacente ancora in 'sasso'. A gestire il traffico erano gli albanesi, alcuni dei quali erano stati fermati in passato con varie partite di eroina per circa 30 chili, oltre a 60 kg di paracetamolo nascosto in buste delle immondizie: sostanza da taglio custodita in un garage di Noale. La droga, una volta tagliata col paracetamolo, avrebbe assicurato 79 mila dosi per un guadagno di oltre 2 milioni di euro. (Ansa)