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Cronaca

Maxi operazione per traffico di droga in Sicilia: arrestato a Marghera il braccio destro del boss

Nove ordinanze di custodia cautelare, coinvolti anche minorenni. Diciannove perquisizioni eseguite da un centinaio di carabinieri in 5 regioni d'Italia. Il braccio destro del "boss" bloccato a Marghera

Molta droga, tanto da mettere in piedi un giro d'affari illegale da quasi mezzo milione di euro l'anno. Questi i livelli che aveva raggiunto una banda di trafficanti di droga sgominata all'alba di lunedì dai carabinieri di Gela, in provincia di Caltanissetta. Arrestato a Mestre il presunto braccio destro del boss e coordinatore dei pusher, anche minorenni: un 40enne di Gela.

Nove custodie cautelari e perquisizioni

Sono stati notificati nove ordini di custodia cautelare (sarebbero coinvolti anche pusher minorenni) e contemporaneamente sono scattate anche una ventina di perquisizioni su disposizione della Dda e della procura per i minori di Caltanissetta. Il blitz ha coinvolto cinque regioni italiane, grazie all'azione di carabinieri di Catania, Lodi, Venezia, Livorno, Ragusa e Ravenna. Attraverso l'operazione "Cruis" gli investigatori sono riusciti a ricostruire i movimenti della banda, scoprendo i canali d'ingresso della cocaina nel Nisseno. 

Ordini di droga

In un bar di Gela, si poteva ordinare, secondo i magistrati, un caffè ma anche dosi di eroina. Il locale, gestito da prestanome, era per l'accusa in realtà "covo" di proprietà di un 37enne, accusato di essere il capo della banda di 9 trafficanti. Braccio destro del boss e coordinatore di un manipolo di pusher, anche minorenni, secondo gli investigatori, era un altro gelese, 40enne, arrestato a Marghera mentre stava raggiungendo quello che era diventato da pochi mesi il suo nuovo posto di lavoro. Lo è stato fino a lunedì mattina, dopodiché sono scattate le manette.

40 mila euro al mese

La droga, soprattutto cocaina, arrivava da Catania, tramite, assicurano i pm, due pregiudicati etnei, mentre da Ragusa era un albanese di 28 anni a fornire gli stupefacenti. L'organizzazione gestiva un giro d'affari di 40 mila euro al mese. Per tutti, compresi due minorenni, è stata disposta la reclusione in carcere. Obbligo di presentazione agli uffici di polizia invece il marito della donna che gestisce il bar, da cui prende il nome l'operazione antidroga, e collocamento in comunità per un terzo minorenne. L'accusa, a vario titolo, è di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, cessione, trasporto e detenzione di stupefacenti e intestazione fittizia di beni, in concorso.

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