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Cronaca

Barche a propulsione elettrica, la discussione in commissione

Dal 25 ottobre è confermata la possibilità di impiegare motori ibridi nei canali veneziani. Onisto: «Anche la mobilità sostenibile è rilevante nella tutela della città, ma sulla velocità serve senso di responsabilità»

Il tema della mobilità sostenibile è stato al centro della commissione consiliare di oggi, 26 ottobre, relativa al moto ondoso a Venezia. Nelle acque lagunari la transizione si muove lentamente, sia per ragioni economiche sia per le norme che, fino a qualche tempo fa, impedivano la navigazione con motori non endotermici in laguna: questo limite era stato superato nel 2020 con il decreto legge 104 (lo stesso che aveva istituito l'Autorità per la laguna), nel quale veniva introdotta la possibilità di impiegare anche motori elettrici o ibridi. Il concetto è ribadito in un più recente decreto del presidente della Repubblica (il 148, approvato nell'estate 2022 ed entrato in vigore ieri, 25 ottobre), che tra le "navi lagunari" include anche quelle a propulsione elettrica o in combinazione con l'endotermico. Da notare che all'interno della categoria delle "navi" rientrano anche i taxi, oltre ai mezzi di trasporto pubblico.

La strada per la navigazione pulita, comunque, resta in salita. Di fatto, al di là di alcuni progetti pilota e mezzi già in circolazione, la transizione dipende molto dalla buona volontà e della capacità di investimento dei cantieri locali. La società di trasporto pubblico Alilaguna in questo senso è un esempio virtuoso, avendo già quattro imbarcazioni ibride attive nella propria flotta. Mentre Actv ha in programma un piano di rimotorizzazioni. Un altro esempio è quello del Comune di Venezia che, assieme ad alcune ditte private, ha allestito e messo in funzione un proprio taxi acqueo ad alimentazione ibrida. Inoltre c'è il tema delle infrastrutture: i punti di ricarica per ora sono pochissimi, anche se c'è un tavolo con la soprintendenza per l'individuazione di contesti adeguati per l'installazione.

«Anche quello della mobilità sostenibile è un ragionamento collegato alla tutela della città - spiega Deborah Onisto, presidente della IV commissione -. Una navigazione più pulita permetterebbe di ridurre l'inquinamento, l'impatto sull'ambiente e sul patrimonio cittadino. Questo però non deve far dimenticare che il moto ondoso è causato principalmente dal mancato rispetto dei limiti di velocità, il "male primario" della navigazione tra i canali. In questo senso dovrebbero essere amplificati i controlli, con il supporto di una maggiore formazione del personale addetto. Ma soprattutto c'è bisogno di una responsabilizzazione da parte di chi naviga. I sistemi sanzionatori si sono rivelati inefficaci, le multe sono state puntualmente impugnate. Venezia è una città speciale e ha bisogno di norme ad hoc, altrimenti resteremo incollati a quelle nazionali, che qui non funzionano».

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