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Cronaca

Chipperfield presenta la sua Biennale: "L'architettura mostri le sue ansie"

La mostra internazionale dal 29 agosto al 25 novembre sarà uno degli eventi clou per Venezia. Il presidente Baratta: "A giorni dal ministero arriverà il nome del curatore del padiglione italiano"

Cerca un 'Common Ground' tra gli architetti, ma anche un terreno comune tra l'architettura e la società al tempo della crisi, la Mostra internazionale di David Chipperfield, che aprirà i battenti dal 29 agosto al 25 novembre a Venezia. Senza luci puntate sulle archistar, su progetti eccezionali. La vera star, sottolinea il progettista inglese, è l'architettura, di cui questa mostra "vuole essere una celebrazione".

Architettura intesa non come parata di stelle, quindi, bensì come interrogarsi sull'organizzazione dello spazio che condividiamo. Con i protagonisti internazionali, da Renzo Piano a Zaha Hadid passando per tanti altri nomi importanti (le archistar sono tante, da Peter Eisenman a Norman Foster, da Rem Koolhaas ad Alvaro Siza, Kazuyo Seijma, l'italiano Cino Zucchi) chiamati a lasciare "il Narciso a casa" per dirla con il presidente Paolo Baratta, e a raccontarsi anche come collettività, svelando al pubblico, spiega Chipperfield, "le collaborazioni e i rapporti che li legano fra loro" ma anche "le preoccupazioni, le idee con le quali si devono misurare".

Tra i due, presidente e curatore, sembra esserci grande condivisione. Baratta guarda all'Italia e parla di "grave discrasia" rispetto all'architettura ("Abbiamo la più importante mostra internazionale ma non sappiamo esprimere una domanda di qualità così come avviene con il buon mangiare, il bel vestire, l'arredamento, il design"), Chipperfield allarga l'orizzonte al quadro internazionale, ma anche lui denuncia un "rapporto della professione con la società che non funziona". "Non abbiamo un terreno comune", dice, citando ancora una volta il titolo scelto per la sua Biennale.

Da qui, spiega, l'impostazione data alla mostra: "Ora l'architettura deve dimostrare le sue preoccupazioni non le sue glorie". Tanto più che se è vero che guardando "alle singole opere sembra che l'architettura sia in ottima salute", c'é però da tenere conto di tutto il resto, sulla massa, fatta di edilizia residenziale e pubblica. Presentando alla stampa la mostra in un'aula magna della facoltà di architettura della Sapienza gremita all'inverosimile, l'architetto britannico racconta che il suo non è stato un progetto facile: "Il titolo è piaciuto moltissimo a tutti, poi in tanti mi hanno chiamato per dirmi che non sapevano che fare", sorride.

Su uno schermo alle sue spalle scorrono immagini dei progetti e delle installazioni in mostra. In tutto sono 58 con la partecipazione di 103 fra architetti, artisti, fotografi. Chipperfield si sofferma solo su alcuni, racconta di Zaha (Adid) "che ha scelto di far vedere sue opere che dimostrano l'influenza che hanno avuto su di lei gli ingegneri", ribadisce l'aspetto della collaborazione: "All'inizio gli invitati erano una ventina, a tutti ho chiesto di segnalarmi altri, adesso i partecipanti sono più di cento".

La crisi, certo, farà da sfondo. L'architetto inglese la cita più volte, anche se poi sottolinea che "compito della Biennale non è risolvere i problemi, piuttosto far emergere questioni". Ne parla anche Baratta, notando tra l'altro che i costi della mostra non sono stati adeguati all'inflazione. Stesso budget degli anni passati, 6,8 milioni, per il 60% assicurati dalle entrate della Biennale. Non è solo questione di soldi "é una crisi politico istituzionale più vasta", dice Baratta, da cui si esce solo con "una volontà corale di riacchiappare il proprio destino".

Intanto la Mostra di Architettura punta ad aumentare i suoi visitatori, la scorsa edizione furono 170mila, quest'anno si punta a "200mila". Un accordo con le università (Biennale Session) convolgerà gli studenti. Ma "parlare dell'architettura e della sua complessità, delle domande cui cerca di rispondere", fa notare Baratta, "può essere utile a tutti". Solo un cenno, infine, alla questione del Padiglione Italiano, ancora senza un curatore. Dal ministero, fa sapere Baratta, "mi hanno assicurato che il nome verrà reso noto a giorni". (ANSA)

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