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Cronaca

Brugnaro: «Non parlo di guerra con i profughi che ospito. Chi può farlo, accolga»

Il sindaco di Venezia ha accolto due donne ucraine con figli piccoli al seguito. L'appello alla Cina: «Facciano intervenire i loro caschi blu»

Chi può accogliere rifugiati dalla guerra in casa propria, lo faccia. Può riassumersi così l'appello del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che in questi giorni ha ospitato in casa cinque profughi, due madri ucraine con figli al seguito. «Giravano da due o tre giorni in auto, così ho chiesto a Stefania (la moglie, ndr) cosa ne pensasse, e mi ha detto subito di sì, senza nemmeno conoscerli».

«Quando li abbiamo accolti in casa erano stremati. - ha spiegato il primo cittadino lagunare - Mangiamo insieme, ma cerchiamo di non parlare di guerra, io guardo i telegiornali di nascosto. Sono persone che nel loro paese avevano un lavoro e una casa, sono scappate perché gli stavano bombardando sopra casa».

Il sindaco ha spiegato di voler raccontare la sua iniziativa «per testimoniare la felicità che dà accogliere qualcuno in questo momento di difficoltà». Se da una parte le istituzioni si sono adoperate per appoggiare il popolo ucraino e trovare percorsi di accoglienza, «invito chi può ad ospitare in casa propria».

L'appello alla Cina

Parlando ancora del conflitto in Ucraina, il leader di Coraggio Italia ha lanciato un appello alla Cina, affinché faccia intervenire i propri "caschi blu" in territorio di guerra. «Così si fermerebbe tutto. - ha detto - Da una parte darebbero garanzie ai russi, perché la Nato non interverrebbe, dall'altra salverebbero molte vite umane. Se la Cina vuole essere primo attore a livello mondiale deve prendersi carico della situazione, visto che con la Russia ha alleanze particolari e storiche. Darebbe una grande dimostrazione al mondo».

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