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Cronaca

La sanità veneta allontana lo spettro di ebola: "Noi siamo pronti"

Acquistate dalla Regione anche cinque super barelle per garantire l'isolamento durante i trasferimenti: "Abbiamo superato gli stress test"

"Il sistema sanitario veneto è pronto ad affrontare con efficacia l’eventualità del verificarsi di un caso di Ebola sul suo territorio: le procedure sono complete e minuziose; la rete d’intervento è organizzata sin nei minimi particolari, dal territorio, al Suem 118, agli ospedali; le dotazioni di sicurezza sono disponibili, sia per gli operatori, sia per l’eventuale trasporto di un paziente, tramite una speciale barella attrezzata con un sofisticato sistema d’isolamento dall’esterno". Lo dichiara la Regione, nell'ambito del meeting formativo dedicato al mondo della sanità veneta, tenutosi mercoledì all’Auditorium dell’ospedale dell’Angelo di Mestre, gremito in tutti i suoi 400 posti disponibili, alla presenza, tra gli altri, del direttore generale della sanità veneta Domenico Mantoan, del direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute italiano, Ranieri Guerra, e del direttore del Centro de coordinatiòn de alertas y emergencias sanitarias del ministero della Sanità spagnolo, Fernando Simòn Sorìa, che ha già dovuto affrontare due casi reali (quello del missionario rientrato dall’Africa e purtroppo deceduto e quello di una delle infermiere che lo avevano assistito, contagiata a causa di un errore commesso nelle procedure di sicurezza e poi fortunatamente guarita).

E proprio dal confronto con l’esperienza iberica è emerso che l’organizzazione che si è dato il Veneto appare ben calibrata, soprattutto dal punto di vista del coordinamento di tutti gli attori eventualmente coinvolti che, invece, ha ammesso Sorìa, è mancato inizialmente in Spagna, creando non pochi problemi dal punto di vista del “chi fa cosa”. “Sappiamo bene – ha dichiarato Mantoan – che stiamo affrontando una situazione con probabilità molto basse di concretizzarsi, ma anche un solo episodico caso, se affrontato senza preparazione, potrebbe rivelarsi molto pericoloso, per gli operatori sanitari prima e per la popolazione poi. Lavorando da mesi sull’organizzazione e sulle dotazioni di sicurezza – ha sottolineato – abbiamo invece sottoposto l’intero sistema a un rigoroso stress test, dal quale è uscito a pieni voti, ed è quello che volevamo e dovevamo fare, sperando di non dover mai passare all’azione”.

Sul parterre dell’Auditorium è stata collocata una delle cinque barelle speciali per il trasporto in isolamento totale acquistate dalla Regione e tutto il confronto si è quindi concentrato sulla sicurezza degli operatori e sulle modalità corrette dell’utilizzo dei dispositivi di protezione, di cui ogni Ulss veneta è fornita, tra i quali caschi (i cosiddetti “scafandri”), tute speciali, mascherine, guanti, che sono state illustrate utilizzando dei video specifici.

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