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Cronaca

Profughi a Trivignano, Zappalorto: "Vi manca lo spirito di accoglienza"

Risposta piccata del commissario al comitato di cittadini che si oppone all'arrivo dei migranti. Imminenti i lavori di allestimento dell'ex scuola

Scontro sull'arrivo dei profughi in terraferma: sembra che a qualcuno non vada giù la soluzione trovata nelle settimane scorse per l'accoglienza dei migranti giunti al Lido, che dovrebbero essere spostati nella ex scuola elementare di Trivignano. Si sono costituiti a comitato cittadino, chiedendo e ottenendo un incontro con il commissario Zappalorto senza però - pare - ottenere passi indietro da parte dell'amministrazione.

I residenti avrebbero chiesto di capire quale procedura ha portato all'individuazione di Trivignano come sede dei profughi, di che numero si tratta e per quanto tempo dovrebbe durare l'insediamento. Soprattutto, se sia possibile attendere l'insediamento del nuovo sindaco per prendere questo tipo di decisioni in cui, a loro avviso, la comunità andrebbe maggiormente coinvolta. Tra le domande che hanno rivolto al commissario le seguenti: "Quando è previsto l'inizio lavori? Quante persone verranno destinate al centro e quanto tempo soggiorneranno? Come verranno gestite? Che tipo di controlli sanitari verranno fatti? Che tipo di sorveglianza? E' possibile ripartire lo sforzo dell'accoglienza tra tutte le Municipalità del Comune di Venezia, in modo che se ognuno si fa carico di poche persone e la situazione diventi più gestibile e vivibile per tutti?"

Ma il commissario è stato chiaro, e ancora di più lo sono state le azioni messe in atto fin qui. Avrebbe parlato di emergenza nazionale, di ipocrisia da parte di quei cittadini che vanno a messa, fanno la comunione ma poi nel concreto mancano di spirito di accoglienza. Facendo poi l'esempio di Gorizia, dove Zappalorto svolge il ruolo di Prefetto, che ha accolto i profughi senza subire incrementi di crimini o violenze. Secondo il comitato dei cittadini il commissario ha spiegato di aver chiesto alla "direzione del Patrimonio" di trovare uno stabile nel Comune di Venezia, e questa avrebbe individuare solo la sede di Trivignano. "Zappalorto ha risposto che i lavori verranno effettuati comunque - riporta il comitato - perché lui deve fare il proprio lavoro di funzionario fino all'ultimo giorno. A fine lavori non sa quante persone potranno essere ospitate nella scuola, né per quanto tempo: non esiste progetto per queste persone, che vada oltre il dargli un tetto e del cibo, e spetta alla comunità in cui vengono inserite farsi carico del loro coinvolgimento, perché questo può rappresentare anche un deterrente al fatto che possano delinquere. Ha aggiunto che i profughi rappresentano un'opportunità per la comunità di Trivignano, che anzi potrebbe costituire una Onlus per gestirli e incamerare dallo Stato i 35 euro al giorno a profugo che sono previsti per chi se ne fa carico".

"Il commissario ha chiesto a noi - sottolinea il comitato - di indicare delle possibili sedi alternative, e ha dato la disponibilità per fissare un altro incontro, nel quale valutare queste proposte. Rientrati a Trivignano e ci siamo messi alla ricerca di possibili siti alternativi, e francamente non è stato difficile individuarne, anche semplicemente consultando il sito del Comune di Venezia nella sezione dedicata ai beni immobili alienabili". "Ma ciò che è più grave - concludono i residenti - è che venerdì 13 marzo la giunta del Comune di Venezia ha adottato una delibera che prevede lo stanziamento per i lavori della scuola di Trivignano. Quindi il dottor Zappalorto quando ci ha ricevuto aveva già predisposto la delibera da portare in Giunta, però si è guardato bene dal dirlo. Perché allora ci ha dato la disponibilità per un successivo incontro per parlare di siti alternativi? Solo per prendere/perdere tempo?". Insomma, a quanto pare l'amministrazione va avanti. Ora il comitato dei cittadini starebbe prendendo in considerazione la possibilità di ricorrere a una consulenza legale, per valutare se le procedure adottate sono corrette. C'è l'intenzione, inoltre, di coinvolgere fin da subito i candidati sindaco di Venezia per renderli partecipi della situazione.

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