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Cronaca

"Nessuna manomissione", indagine sulle avarie Actv verso l'archiviazione

Ripetuti incidenti di vaporetti in laguna, la Procura voleva vederci chiaro. Non si sono ravvisate manomissioni, in episodi comunque "isolati"

Casi isolati, su cui non sarebbe nemmeno possibile accertare l'esistenza di qualche manomissione, visto che non ci sarebbero video di sorveglianza a immortalare "intrusi". La Procura di Venezia ha messo nel mirino la situazione in cui versa il traffico acqueo in Canal Grande e, più in generale, la realtà in cui si trovano a operare i mezzi pubblici Actv. Sia quando per esempio si muovono in zona Rialto, sia quando rimangono coinvolti in incidenti dovuti ad avarie o malfunzionamenti.

Se sul primo frangente mercoledì parlerà nella cittadella della giustizia il commissario straordinario del Comune di Venezia, il quale dovrà spiegare quanto sia stato fatto nell'ultimo anno per la sicurezza della navigazione in centro storico, sull'altro un'inchiesta con ogni probabilità sarà archiviata a breve. Si tratta degli accertamenti disposti dal pubblico ministero Giorgio Gava dopo i ripetuti incidenti, per fortuna senza gravi conseguenze, che si sono verificati di recente con protagonisti vaporetti Actv.

La magistratura, sulla base di alcuni esposti presentati dall'azienda di trasporto pubblico, voleva accertare se alla base ci fossero stati dei sabotaggi, o se comunque gli episodi facessero parte di un "disegno unico". Sia per scarsa manutenzione, sia, magari, per qualche mano "truffaldina". Per questo motivo nelle settimane scorse piloti, capitani e macchinisti furono convocati in Procura per spiegare per filo e per segno come sono organizzati i cicli di manutenzione in Actv. Era stata la società stessa a chiedere che si facesse luce su alcuni episodi controversi.

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