rotate-mobile
Cronaca

Inizierà la guerra del tavolo verde? La scure di Zappalorto sul Casinò

In una delibera di Consiglio il commissario chiede ai dirigenti della Casa da gioco di ridurre i costi di gestione e del personale. Sindacati in subbuglio

Lo sguardo del commissario straordinario Vittorio Zappalorto, alle prese con la necessità di presentare il bilancio di previsione entro settembre, si sofferma anche su quella giungla di società e partecipazioni in cui il Comune di Venezia ha messo in un modo o nell'altro il piede. In maniera diretta e indiretta. Inevitabile, quindi, nell'ottica di mettere ordine e soprattutto risparmiare in un settore di certo "ostico", che in primis nel mirino finisca il Casinò, la cui gestione doveva essere affidata ai privati. Poi tutto è stato bloccato dal naufragio della Giunta Orsoni e dal fatto che la gara è andata per ora deserta.

Di conseguenza venerdì mattina, tramite una delibera di Consiglio, l'amministrazione di Ca' Farsetti, "viste le perdite maturate dalla Casa da gioco e quelle che si presume potranno maturare", ha chiesto al management della società di gestione di predisporre un piano di riequilibrio economico con interventi anche sul costo del lavoro e sulle altre spese di gestione. Insomma, possibili tagli all'orizzonte. Con i sindacati che dichiarano come sul tavolo (ma è una voce che anche loro sottolineano non confermata) ci sia la dismissione della sede di Ca' Vendramin. In una situazione certo poco rosea per il Casinò, che in passato ha vissuto aspri bracci di ferro tra dirigenza e lavoratori con scioperi ripetuti. Uno sbocco si era trovato con un accordo sindacale nel settembre dello scorso anno, che ora per forza di cose dovrà essere rivisto.

La delibera autorizza inoltre la Cmv Spa (la patrimoniale del Comune che controlla la CdV Gioco) a un versamento di 2 milioni di euro a ripiano delle perdite della Casa da gioco, in modo da garantirne la continuità societaria. Altri esborsi del genere però dovranno essere necessariamente autorizzati dal commissario Zappalorto.

In ottica di partecipazioni, invece, in una delibera è stata disposta la dismissione delle quote dello 0,28% che il Comune possiede di Autovie Venete: "Dopo che precedenti tentativi di vendita nel 2009 e nel 2012 furono infruttosi, il quadro normativo è ora più favorevole alla dimissione perchè, in caso di gara deserta, il Comune potrebbe chiedere la liquidazione della sua quota direttamente alla società - dichiara Ca' Farsetti - Con questa operazione si avvia un piano di snellimento delle partecipazioni possedute dal Comune, in linea con gli orientamenti governativi, che dovrebbe sfociare a breve in nuove operazioni anche di maggiore entità".

I SINDACATI: "POSSIBILE CHIUSURA DI CA' VENDRAMIN" - "Secondo voci non confermate, è allo studio l’ipotesi di chiusura o parziale ridimensionamento della prestigiosa sede del Casinò di Venezia, nel centro storico di Venezia, con il surrettizio obiettivo di provocare esuberi di personale e, con essi, l’abbattimento del costo del lavoro della controllata". E' allarme rosso per i sindacati che rappresentano i lavoratori della Casa da gioco, che non a caso dichiarano con forza "giù le mani dal casinò".

In primis una puntualizzazione: "Chiariamo subito che il Casinò di Venezia Gioco non è una società né in crisi, né in passivo e non ha i conti in rosso - scrive la SLC-CGIL di Venezia in una nota - Inoltre non è un’azienda che eroga servizi ma guadagna al Comune ingenti risorse, anche se in misura inferiore di quelle trasferite anni fa. Adesso - si attacca - a pagare anni e anni di gestione scellerata dovrebbero essere i lavoratori? Con esuberi che non ci sono e che non possono essere pretesi, secondo quanto concordato con il Protocollo del 12 settembre dello scorso anno e che non può essere modificato, perché già ratificato dal Ministero dell’Interno? Può l’amministrazione pubblica fare la macelleria sociale che è stata impedita ai privati? E quanto costerebbe inizialmente questa operazione?".

Nel mirino finisce inevitabilmente il commissario straordinario Vittorio Zappalorto: "Se ha abbandonato la strada del nuovo bando di gara per la subconcessione, dichiarando che non rientrava fra le sue competenze, può ora adottarne una ancora più grave e difficilmente reversibile, che lede il prestigio della Casa da Gioco, che può produrre esiti non prevedibili sulla sua tenuta, criticità ulteriori, spostamenti non reversibili di quote di mercato a favore di altri casinò? Può, insomma, rischiare di far saltare il banco?", si conclude, chiedendo un incontro urgente con l'amministrazione di Ca' Farsetti.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Inizierà la guerra del tavolo verde? La scure di Zappalorto sul Casinò

VeneziaToday è in caricamento