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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Su barriere e cerniere del Mose non ci sono tracce di corrosione

Il processo è stato individuato e messo a freno, invece, sui tensionatori

«Il Mose è in salute». Ispezioni anche a mezzo video hanno dimostrato che barriere e cerniere non sono interessate da corrosione. Diverso il discorso per i tensionatori, ossia gli steli che hanno la funzione di irrigidire la paratoia quando è in funzione: «Su quelli, - ha spiegato oggi il commissario straordinario, Elisabetta Spitz - sono stati individuati elementi corrosivi a partire dal 2016, quando sono iniziate le indagini puntuali. Ma i rimedi suggeriti e messi in atto hanno portato ai risultati che ci si doveva aspettare».

Il processo corrosivo, che seguendo le indicazioni degli esperti è stato frenato, è stato individuato in particolare sulla parte superiore del tensionatore, alloggiata in un carter stagno in acciaio inox, utilizzato come terzo livello di sicurezza per impedire l'ingresso di acqua di mare nel locale connettori. Nicolas Larché, direttore dell'istituto francese della Corrosione, nel 2021 è stato incaricato di effettuare un'ispezione sul sistema Mose: in un primo sopralluogo, a settembre, ha ispezionato i tensionatori delle barriere di Chioggia e Treporti, nel giugno di quest'anno, invece, quelli della barriera del Lido e la parte emersa di una paratoia della barriera di Lido Treporti. L'obiettivo principale è stato quello di fornire un parere sull'origine dei difetti di corrosione e indicazioni per il suo controllo e manutenzione. In particolare, Larché suggerisce di:

  • Evitare e controllare eventuali infiltrazioni di acqua di mare nel carter e, se si verificano, rimuoverle il prima possibile
  • applicare grasso inerte sugli steli, per creare una barriera fisica che li protegga dall'ambiente esterno in modo da ridurre il processo di corrosione esistente degli steli
  • evitare di mantenere il carter montato quando non è necessario, perché quando lo si utilizza c'è sempre il rischio di avere ristagni di acqua di mare al suo interno
  • mappare, quantificare e monitorare regolarmente l'evoluzione della corrosione esistente
  • definire il diametro critico degli steli prima di prevederne la sostituzione.

Secondo quanto rilevato, la corrosione dei tensionatori non dipenderebbe da un fenomeno di condensa, ma bensì dalla presenza di acqua per un lungo periodo all'interno dei carter, probabilmente per un'infiltrazione durante il varo delle paratoie, o causata dalla grande mareggiata del 2015. «In definitiva, - ha concluso Spitz - l'utilizzo del grasso e lo smontaggio dei carter hanno permesso di frenare la corrosione».

«Dopo anni di allarmi e polemiche, c'è la conferma che il Mose funziona e gode di ottima salute», ha commentato Ilaria Bramezza, capo dipartimento per le opere pubbliche del Mims, osservando che «le poche tracce di corrosione rilevate sui tensionatori sono ferme, perché messe in atto le indicazioni manutentive suggerite. Ora dovremo continuare con monitoraggio e ispezioni ogni 3-6 mesi, - ha concluso - ma l'impianto è in ottima salute. Questo fuga ogni dubbio su crollo e collassamento dell'opera».

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