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Cronaca Santa Maria di Sala / Via Trieste

La donna che ha trovato e salvato il neonato, tra gioia e rabbia: "Un'emozione fortissima"

L'insegnante di Santa Maria di Sala ha trovato il piccolo nel sacchetto e l'ha portato a casa: "Ero di passaggio, in auto". Sulla vicenda ora stanno indagando i carabinieri

Il linguaggio del corpo esprime più di mille parole. Quegli occhi che si abbassano e subito dopo guardano il cielo per pochi istanti. Giungendo le  mani quasi a non riuscire a trattenere l'emozione che le provoca il ricordo di quanto accaduto solo poche ore prima. "Quello che so l'ho detto ai carabinieri", dichiara la donna, insegnante, che domenica sera ha trovato un neonato ancora con il cordone ombelicale attaccato dietro ai cassonetti all'intersezione tra via Trieste e via Cavin di Sala, nel territorio di Santa Maria di Sala. "Voglio tutelare i miei figli", sottolinea.

Suo malgrado, le sue gesta sono sulla bocca di tutto il paese lunedì mattina. Perché quel piccolo, Attilio, poteva morire. Solo questione di tempo. Invece non è successo e, anzi, tutto si è concluso per il meglio. La donna si accorge dei suoi vagiti, lo soccorre e lo porta a casa. Solo un paio di minuti in auto. Dopodiché l'intervento del 118 e il trasferimento in ospedale (TUTTI I DETTAGLI). Quando le si chiede di quello che ha provato, se rabbia o gioia, la donna dichiara: "E' un'emozione fortissima". Tutto è racchiuso in queste due parole. Un aggettivo superlativo in cui si racchiudono tutte le sensazioni provate in una lunga serata in cui Santa Maria di Sala ha rivissuto quanto accaduto un anno fa, quando un'altra neonata, la "piccola Martina", venne lasciata a due passi dalla parrocchia. Venne trovata da una suora e salvata.

In questo caso, invece, Attilio si trovava in un sacchetto di plastica, dietro al cassonetto. Alla domanda se ci fosse stata una copertina o comunque un qualche segno di "umanità" da parte di chi ha abbandonato il neonato, gli occhi della donna si incupiscono. Lo sguardo si fa duro. E' solo rabbia in quel momento ciò che traspare. "Non mi faccia parlare", dichiara la signora. Ma il suo corpo l'ha già fatto, così come quando mette una mano tra i capelli di suo figlio e glieli accarezza. Mamma fino in fondo. Incapace forse di spiegarsi il gesto di una madre che, subito dopo aver partorito, ha lasciato a lato strada (e al suo destino) ciò che di più bello la vita può offrire.

E' allora che traspare la gioia per aver contribuito a salvare la vita di un piccolo che non ha alcuna colpa nell'essere venuto al mondo: "Era lì dietro, vicino al cassonetto - conclude - ero di passaggio e mi sono fermata per gettare della spazzatura. Tutto qua". Parole "neutre", mentre lo sguardo e le mani appaiono invece pervasi da un'emozione ancora incontrollabile. 

DON PAOLO CECCHETTO - Viene naturale accostare le due storie, quella della piccola Martina e quella del neonato salvato domenica sera. "Ci auguriamo che anche lui, come Martina, possa trovare una bella famiglia - commenta don Paolo Cecchetto - era protetto ma comunque dietro a un cassonetto, ciò ci ha fatto riflettere. Domenica sera era in corso la Festa della Famiglia e c'è chi ha ipotizzato che se non ci fosse stata tanta confusione la mamma avrebbe fatto la stessa cosa di 12 mesi fa, quando fummo noi della parrocchia a prenderci cura per primi della piccola. L'importante ora è che il neonato stia bene. Non possiamo sapere i motivi per cui sua mamma ha fatto questa scelta".

LA NOTA DELL'ULSS13 - "Il piccolo era vigile e reattivo, respiro spontaneo, ipotermico - fa sapere l'Ulss13 in una nota - Dopo le prime cure è stato trasportato presso la Patologia Neonatale di Mirano dove è stato ricoverato. Il piccolo è stato posizionato in termoculla con rapido recupero della temperatura corporea e sottoposto alle prime indagini di routine con risultati parziali normali e altri ancora in corso. Attualmente il piccolo, chiamato Attilio, è in buone condizioni generali e ha già assunto un primo pasto di latte".

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