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Cronaca

Bassa adesione allo sciopero, nove vaporetti su dieci regolari in laguna

L'agitazione indetta da Usb Lavoro Privato lunedì mattina ha registrato adesioni del 14% in terraferma e del 18% nel settore della navigazione

Lo sciopero c'è stato, ma praticamente nessuno se n'è accorto. Adesione molto bassa lunedì mattina all'agitazione di tre ore (dalle 10 alle 13) dal sindacato Usb Lavoro Privato. Un'iniziativa a livello nazionale, per protestare "contro il Jobs Act, i tagli ai servizi di welfare locale e ai fondi per le politiche sociali; contro le liberalizzazioni, le privatizzazioni, la svendita dei beni comuni; contro il continuo innalzamento dell'età pensionabile; contro un contratto nazionale fantasma, bloccato ormai da otto anni; contro il monopolio della rappresentanza sindacale imposta dal cosiddetto “testo unico” sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria il 10 gennaio 2014".

Dunque alla vigilia c'erano cittadini e pendolari preoccupati di non trovare a disposizione autobus, vaporetti e tram per i propri spostamenti. Specie per chi finiva il turno diurno al lavoro e dalla laguna doveva tornare in terraferma. Invece tutto è filato liscio, almeno stando ai dati dell'azienda di trasporto pubblico: l'adesione allo sciopero per il settore automobilistico è stata del 14 per cento, mentre la percentuale lievita fino al 18 per quanto riguarda la navigazione.

Secondo Actv praticamente nove corse su dieci dei vaporetti sono comunque state rispettate, con il ferry boat che ha continuato il servizio in maniera regolare. I motivi della protesta di Usb erano già stati annunciati una settimana fa: "Quello del trasporto pubblico locale è un settore già aggredito dal degrado dovuto dalla latitanza dei governi e delle istituzioni - dichiara la sigla sindacale - dalla mala gestione nelle aziende pubbliche, dai miseri fallimenti delle privatizzazioni e dall'assenza di controlli da parte degli enti preposti. Ulteriori scelte politiche vedono rafforzare pesantemente le logiche delle privatizzazioni, con miliardi di euro pubblici dirottati verso l’impresa privata, insieme alla cancellazione delle tutele, dei diritti e della rappresentanza dei lavoratori".

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