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Cronaca

Sciopero del trasporto ferroviario, il ministro anticipa la conclusione

La mobilitazione nazionale, indetta dai sindacati, è iniziata alle 3 di giovedì 13 luglio. Anziché durare 24 ore, è terminata alle 15

Giovedì 13 luglio è una giornata difficile per chi deve spostarsi in treno. I sindacati avevano proclamato uno sciopero nazionale di 24 ore, dalle 3 del 13 luglio alle 2 del 14 luglio, che interessa tutto il personale dipendente di Trenitalia e Italo. Lo sciopero, in realtà, terminerà alle ore 15, dopo che il ministro dei trasporti ha ordinato il dimezzamento dello stop.

Anche nelle giornate di sciopero Trenitalia assicura servizi minimi di trasporto. «Poiché si potrebbero verificare variazioni non preventivabili  - precisa la compagnia - è importante prestare la massima attenzione ai comunicati diffusi nelle stazioni e dagli organi d'informazione. I treni che si trovano in viaggio a sciopero iniziato arrivano comunque alla destinazione finale se è raggiungibile entro un'ora dall'inizio dell'agitazione sindacale; trascorso tale periodo, i treni possono fermarsi in stazioni precedenti la destinazione finale».

Le richieste dei sindacati restano le stesse: «Un adeguato piano di assunzioni e un maggiore equilibrio nella programmazione dei turni che tenga conto della conciliazione dei tempi di lavoro con quelli della vita privata». I dipendenti chiedono poi più sicurezza a fronte delle molte aggressioni subite dal personale e «nel settore manutenzione, andare avanti con i processi di internalizzazione adeguando, conseguentemente, gli organici».

La decisione del ministero di accorciare la mobilitazione ha fatto sollevare le critiche delle opposizioni. Monica Sambo, segretaria del Pd Venezia, esprime «solidarietà e sostegno ai lavoratori del trasporto ferroviario, che vedono messa in discussione dal ministro la possibilità di protestare. La scelta di ridurre le ore di sciopero comprime la possibilità dei lavoratori di protestare legittimamente, dato che rinunciano a parte del salario».

Per lo stesso motivo Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Fast e Orsa hanno organizzato due presidi di protesta per il 13 luglio (dalle 13.30 alle 14.30 davanti alla stazione di Mestre, e dalle 14 alle 15 davanti a quella di Verona Porta Nuova). «Lo sciopero è stato proclamato 35 giorni fa - spiegano - nel più rigoroso rispetto della legge, che tutela il diritto alla mobilità dei cittadini. I servizi per i pendolari sono stati ovviamente garantiti. La scelta del ministro, oltre che illegittima, è anche illogica e improduttiva, visto che i treni soppressi dopo le 15 in gran parte non saranno ripristinati: i viaggatori, avvertiti per tempo, si sono ormai organizzati diversamente».

«È inaccettabile - comunica Daniele Giordano, segretario Cgil Venezia - che un ministro, invece di aiutare a far sì che le vertenze si concludano positivamente, faccia un atto per limitare il diritto di sciopero. La scelta produce esclusivamente l’effetto di esacerbare il clima. Le rivendicazioni delle categorie dei trasporti sono molto importanti perché chiedono un adeguato piano di assunzioni, una mitigazione dei carichi di lavoro nella programmazione dei turni degli equipaggi, favorendo la conciliazione dei tempi di lavoro con quelli della vita privata, il rilancio del settore manutenzione e ridare centralità alla rete vendita e assistenza ai passeggeri. Chiedono investimenti tecnologici, crescita professionale e percorsi formativi per tutto il personale degli uffici».

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