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Cronaca

Zaia: "Da Stival servono scuse sincere" Pd: "Deve essere dimesso"

Continua la bufera sull'assessore e consigliere regionale che nei giorni scorsi su Facebook "rilanciò" le offese di Calderoli al ministro Kyenge

“La conditio sine qua non per prendere qualsiasi decisione è una lettera di scuse da parte dell'assessore Stival: prima di prendere qualsiasi decisione, vedrò la lettera per capire se è chiara nei confronti del ministro Kyenge e dei veneti”. Così il presidente del Veneto, Luca Zaia, a margine del suo intervento all'assemblea di Uecoop, ha fatto il punto sulla vicenda delle dichiarazioni scritte su Facebook dall'assessore regionale Stival.

LEGA, STIVAL OFFENDE ANCORA KYENGE: "SCUSA ORANGO"

USCITE INFELICI - “L'ho incontrato martedì - ha spiegato Zaia - e non abbiamo discusso di dimissioni. Gli ho semplicemente detto che ho il desiderio che la sua posizione sia chiarita fino in fondo ed è in questo senso che ritengo doverosa una sua lettera di scuse, che spieghi che non aveva nessun intento razzista. È questo il mio ultimatum: voglio una lettera scritta con il cuore in mano, senza se e senza ma, che fughi ogni ombra di razzismo rispetto alla nostra amministrazione, che non ha mai fatto differenze legate alla provenienza o al colore della pelle di una persona". Zaia ha bollato i recenti interventi di Stival e, prima ancora di Calderoli, affermando che "non sono battute, ma uscite infelici che non rappresentano il Lega-pensiero. E se qualcuno pensa di recuperare il consenso in questo modo è uno stolto e un cretino: i cittadini sono più avanti". "Mi dissocio totalmente - ha proseguito - da queste parole, che non rappresentano il pensiero né di Zaia, né della sua amministrazione. Errare è umano, perseverare diabolico: ecco perché la lettera deve essere assolutamente tempestiva, chiara e cristallina nel rendere leggibile l'intento dell'assessore. Anche perché l'amministrazione non può perdere altro tempo prezioso". "I sindacati non vogliono sedersi al tavolo con Stival? - ha concluso il presidente - Affontiamo un problema al giorno: oggi solo quello delle scuse".

L'ATTACCO - Il gruppo regionale del Pd in Veneto chiede però al governatore Zaia di togliere le deleghe all'assessore Stival: "Non esistono lettere di scuse che tengano. Stival - afferma il capogruppo dei Democratici Lucio Tiozzo - ha scelto di farsi testimone di messaggi inequivocabilmente razzisti: al presidente Zaia spetta il compito di farsi garante dei principi del nostro Statuto. Se non sarà lui a togliere direttamente ogni delega all'assessore, a quel punto Zaia tradirà la Carta dei veneti". Tiozzo annuncia così la presentazione di una mozione, sottoscritta da esponenti di tutti i gruppi di opposizione. "Non è peraltro la prima volta - osserva il capogruppo del Pd - che Stival si rende protagonista di questi spettacoli da far rabbrividire. Basti ricordare come nel febbraio 2011, nel corso di una trasmissione televisiva in cui si dibatteva sul problema dell'arrivo di profughi dal Nord Africa, avesse affermato dapprima che 'bisogna usare il manganello' e, successivamente, che il problema andava risolto usando il mitra. Quali scuse sincere, scritte nere su bianco - conclude Tiozzo - Zaia pensa di far partorire dalla mente di Stival, che peraltro in queste ore non pare particolarmente addolorato per quanto ha fatto e pensato?".

AL VOTO - Nella mozione si ricorda come l'assessore Stival sia anche consigliere regionale, e ai sensi dell'articolo 38, comma 1 dello Statuto del Veneto "i consiglieri rappresentano l'intera Regione"; ne consegue. sostengono i firmatari della mozione, che le affermazioni dell'assessore e consigliere Stival "gettano discredito sul Consiglio e sulla Giunta regionale e offendono l'intera comunità veneta. E che (articolo 33, comma 5 dello Statuto del Veneto) Il Consiglio regionale può esprimere una censura nei confronti di un singolo esponente della Giunta mediante mozione motivata ed approvata per appello nominale a maggioranza dei componenti". "Oltre alla censura ufficiale, chiediamo - conclude Tiozzo - che Zaia dimetta Stival. Metteremo ai voti il nostro documento. Vedremo in aula quanti staranno dalla parte della civiltà e del rispetto dei principi democratici e quanti invece staranno dalla parte del razzismo e di chi, in veste istituzionale, lo propaganda in modo così becero e osceno".

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