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Unesco: «Inserire Venezia nella lista dei patrimoni dell'umanità a rischio»

Si tratta di un parere di tipo consultivo: per renderlo effettivo, servirà l'avallo degli Stati membri

Inserire Venezia tra i patrimoni dell'umanità a rischio: a raccomandarlo è il World Heritage Centre dell'Unesco. «Il continuo sviluppo, gli impatti dei cambiamenti climatici e del turismo di massa rischiano di provocare cambiamenti irreversibili all'eccezionale valore universale di Venezia», avverte il ramo dell'agenzia, che invoca l'iscrizione della Serenissima nella "black list" dei beni a rischio. Questa raccomandazione, per essere attuata, dovrà essere votata a settembre dagli Stati membri dell'organismo Onu con sede a Parigi. 

Il World Heritage Centre mette anche in guardia sulla costruzione di edifici alti che possono avere un «notevole impatto visuale negativo« sul patrimonio veneziano e dovrebbero essere costruiti lontano dal centro, mentre l'aumento «del livello del mare» e altri «fenomeni meteorologici estremi» legati al riscaldamento climatico «minacciano l'integrità della città».

Si tratta soltanto di un parere consultivo: affinché Venezia entri per davvero nella lista del patrimonio universale in pericolo servirà l'avallo degli Stati membri: la prossima riunione del Comitato Unesco è prevista dal 10 al 25 settembre a Riyad, in Arabia Saudita. Intanto, il Comune di Venezia fa sapere che «leggerà con attenzione la proposta di decisione pubblicata dal Centro per il comitato per il patrimonio mondiale dell'Unesco, e si confronterà con il governo, che è lo Stato parte con il quale l'Unesco si relaziona».

La questione, però, ha già fatto accendere il dibattito: da una parte c'è chi, come l'ex sindaco Massimo Cacciari, critica aspramente l'Unesco e i suoi pareri; dall'altra, il fronte di chi contesta il modello di gestione della città. «L’allarme Unesco su Venezia - commenta Monica Sambo, segretaria del Pd - dimostra ancora una volta la gravità della situazione» e riporta l'attenzione sui temi più critici e rimasti senza una risposta adeguata, come «il finanziamento della Legge speciale, il sostegno alla residenza e alle opere di conservazione, gli interventi per la tutela dell’ecosistema lagunare, la gestione dei flussi turistici».

Anche per Claudio Scarpa, direttore dell'Associazione veneziana albergatori, «l'appello dell'Unesco non va trascurato», ma allo stesso tempo Cacciari «non sbaglia quando parla di giudizi estremi» perché «Venezia non è una città abbandonata a un declino: per quanto riguarda la sostenibilità si sta facendo tantissimo, così come è intenso l'impegno sotto l'aspetto del turismo, sul quale, ricordo, si regge l'economia cittadina e che non può essere considerato la causa dei problemi. Certo, servirebbero maggiori risorse sul piano ambientale e forse si può fare qualcosa di più anche con un progetto complessivo di contenimento dei flussi che separi la grande massa dei pendolari da chi dorme in città».

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