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Nuovo sequestro a San Giuliano, Sambo: «L'avevamo segnalato»

La capogruppo in Consiglio del Pd: «Le associazioni ambientaliste chiesero di vigilare sul vincolo paesaggistico. Gli interventi dell'amministrazione hanno cancellato il piano di Mambro»

Il nuovo sequestro al Parco San Giuliano venerdì, da parte dei carabinieri del nucleo della Forestale di Mestre, fa riflettere Monica Sambo, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale che l'anno scorso aveva presentato un'interrogazione per chiedere approfondimenti sull'area. Sono ragioni diverse quelle che stavolta hanno portato l'attenzione dei militari dell'Arma in area Tamburello al parco. L'anno scorso si trattò della necessità di approfondire la presenza di materiali inquinanti e pericolosi su parte del terreno, che doveva esser interdetto al pubblico e sul quale Pd, Lista Casson, Legambiente e altre associazioni ambientaliste e cittadini puntarono il dito. Il sequestro di due giorni fa è legato all'assenza del vincolo paesaggistico e del rispetto delle prescrizioni della Soprintendenza nell'esecuzione dei lavori, già iniziati a San Giuliano, per creare un'area concerti con relative infrastrutture. 

L'autorizzazione paesaggistica, secondo i carabinieri, poteva essere rilasciata dal Comune, delegato in questo dalla Soprintendenza. Nel frattempo si sarebbero dovute rispettare le prescrizioni contenute nei pareri della Soprintendenza stessa. Il che non è avvenuto, secondo i militari, nel realizzare la prima parte dei plinti a sostegno del palco, i primi interventi per il ponte di collegamento fra la zona del Tamburello e il parco, e il terreno utilizzato intanto come campo sportivo polifunzionale. 

«Dopo un sequestro per ritrovamento di amianto, oggi le stesse zone sono oggetto di un altro sequestro per mancanza di alcuni permessi paesaggistici (cosa ampiamente già denunciata anche dalle associazioni ambientaliste) - scrive Sambo - Evidentemente non andava tutto bene e, a prescindere da come andranno a finire le varie vicende giudiziarie, quello che rimane è una ferita enorme nel parco più grande del Comune e fra i parchi urbani più grandi d’Europa. In questi anni - porsegue la consigliera - è stato sfregiato dall’amministrazione, sia nell’area del tamburello che nella zona che porta alla punta, snaturando l’area con la costruzione di una strada e con la previsione di un interscambio, con conseguente passaggio di mezzi pesanti e che ha messo la parole fine all’idea di realizzare compiutamente il Piano di Mambro. Una amministrazione che in questi anni ha fatto prevalere gli interessi privati su quelli pubblici».

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