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Inizio di una catastrofe ambientale

La viceministra alla ex transizione ecologica, Vannia Gava propone trivelle a tutti i costi in Adriatico; siamo vicini ad una vera e propria catastrofe ambientale voluta e gestita dalle solite multinazionali?

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di VeneziaToday

VITA Veneto non ci sta! Non si venga ad invocare l’ennesima emergenza dovuta alla guerra visto che sono ben noti i contratti Eni per l’acquisto di gas con il prezzo bloccato per anni e con le conseguenti speculazioni in borsa in Olanda e a New York, nonché l’enorme esborso in termini di spesa militare che l’Italia deve affrontare in sfregio dell’art 11 della Costituzione.

La viceministra leghista alla ex transizione ecologica Vannia Gava propone trivelle a tutti i costi in Adriatico, in antitesi col “doge” e compagno di partito Zaia. La viceministra dovrebbe ricordare le famose parole di Ivan Illich: “I tecnici capiscono poco o niente e vanno fermati”. Zaia stesso ha recentemente ricordato alla stampa che le trivellazioni degli anni 50 avviarono una vera e propria catastrofe ambientale: il fenomeno della subsidenza si manifestò in tutta la sua drammaticità, con i suoli che sprofondarono fino a 4 metri e che tutt’ora continuano a sprofondare.

È ben comprensibile che il progetto di piattaforme di trivellazione in Adriatico, ai confini del parco nazionale del Po, è l’ennesimo boccone ambientale di questo mostro sempre più vorace chiamato finanzcapitalismo. Infatti, tale progetto è stato affidato ad una multinazionale australiana e denominato “progetto Teodorico”, a conferma della totale svendita della nostra sovranità territoriale. Nessuna tutela del territorio e nessun beneficio per la popolazione: VITA si oppone fermamente ad ogni azione venduta come un beneficio per la collettività, ma che in realtà rappresenta un dramma per le comunità locali.

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