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Le città incontrano la ministra Santanchè per chiedere poteri sugli affitti brevi

Ieri la riunione tra amministrazioni locali, categorie e piattaforme. Venturini: «Bene il disegno di legge, ai Comuni va data una cornice normativa». Il governo ribadisce: «Il fenomeno va regolamentato»

Prosegue il confronto sul tema della regolamentazione degli affitti brevi nelle città che soffrono maggiormente la pressione turistica. Ieri, 6 giugno, si è svolta una riunione tra i rappresentanti delle 14 Città metropolitane, tra le quali Venezia, e la ministra del turismo Daniela Santanchè, assieme a sindacati e categorie.

L'opinione condivisa dai Comuni presenti è che serva un intervento più deciso da parte del governo: «La richiesta delle amministrazioni, di qualsiasi parte politica - riferisce Simone Venturini, assessore al turismo della città di Venezia - è di ottenere dei poteri a livello comunale per poter gestire e regolamentare il fenomeno. La bozza del Disegno di legge presentata dalla ministra Santanchè è un punto di partenza: bene l'ipotesi della permanenza minima di due giorni, bene il sistema del registro unico nazionale, ma è necessario qualcosa di più. Ad esempio, in prospettiva, la possibilità per l'amministrazione locale di limitare il numero di affitti brevi in alcune parti della città. Serve dare questo tipo di potere ai sindaci, una cornice normativa nella quale agire a seconda delle necessità specifiche di ciascun Comune».

L'approccio, secondo l'assessore, dovrebbe essere «sempre non punitivo e non discriminatorio: bisogna, però, distinguere tra chi mette una stanza in affitto per arrotondare il bilancio familiare e chi, invece, agisce in modo imprenditoriale». Venezia ha già a disposizione il cosiddetto emendamento Pellicani, una norma che dà la facoltà al Comune di individuare limiti massimi e presupposti per la destinazione degli immobili residenziali alle locazioni brevi. Ma, come spiega Venturini, «è un emendamento scritto in un modo che ne rende complessa l'attuazione», una misura «facilmente soggetta a impugnazioni» e che quindi richiede un lungo studio per la sua applicazione. Di conseguenza «una legge nazionale permetterebbe di superare queste criticità», aggiunge Venturini, specificando che «va riconosciuto che Santanchè è in assoluto il primo ministro a prendere in mano questo tema, e che ha presentato una bozza nei tempi che aveva promesso».

Dopo l'incontro le parti interessate sono al lavoro per formalizzare le proprie proposte di integrazione e miglioramento del disegno di legge. Quelle delle città saranno raccolte dall'Anci, l'associazione nazionale dei Comuni.

Da parte sua, la ministra Santanchè si è detta soddisfatta: «Il ministero del turismo sta lavorando sulla norma degli affitti brevi partendo da un principio che abbiamo sempre sostenuto: regolamentare ma non criminalizzare. Non è stata una giornata di scontro ma di confronto serio e leale».

La proposta del minimo di due notti di permanenza, dice la ministra, «c'è chi non la vorrebbe per niente e chi la vorrebbe di 3 giorni: ci lavoreremo». L'altra questione è sul numero limite di appartamenti: «Oggi - spiega - sapete che è dal quinto appartamento in su (nel senso che l'esercizio imprenditoriale scatta dopo il quarto alloggio in affitto, ndr) ma molti, moltissimi, compresi anche i sindaci, ci chiedono invece di abbassare a due appartamenti. Ce la faremo - conclude - faremo una proposta di legge di buon senso perché la proprietà privata va tutelata ma vanno tutelate anche le imprese turistiche». L'auspicio, quindi, è che si possa arrivare a un testo il più possibile condiviso, che permetta a città come Venezia e Firenze di arginare un mercato rimasto finora senza controllo.

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