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Moto ondoso

Velocità nei canali, Semenzato presenta l'emendamento per omologare i sistemi di controllo

L'iniziativa serve a portare il contrasto al moto ondoso all'interno del disegno di legge sul codice della strada. L'obiettivo è convalidare i dispositivi di rilevazione collegati alla smart control room

Il metodo per contrastare il moto ondoso a Venezia esiste, ma non è efficace perché, ad oggi, la legge non ne permette l'utilizzo. Per questo l’onorevole Martina Semenzato (Coraggio Italia) ha presentato un emendamento volto all'omologazione del sistema di controllo della velocità delle barche, inserito all’interno del Disegno di legge 1435 dal titolo "Interventi in materia di sicurezza stradale e delega per la revisione del codice della strada", promosso dal ministro dei trasporti Matteo Salvini.

L'emendamento cerca di risolvere un problema che esiste da anni, per garantire la sicurezza della navigazione e tutelare il patrimonio artistico e architettonico della città. Serve un monitoraggio in grado di riconoscere i trasgressori e multarli, come avviene regolarmente per il traffico stradale. Il Comune di Venezia, tramite la smart control room e sotto il controllo della polizia locale, ha già sperimentato un sistema basato su telecamere e sensori di ultima generazione, che però, appunto, non può essere ancora utilizzato per mancanza di una sua omologazione ministeriale.

«Il mio emendamento serve proprio a consentire un suo utilizzo pieno e legittimo, perché garantisce la possibilità al ministero di omologare i sistemi oggi disponibili - ha spiegato Semenzato -. In questo caso, al valore della velocità rilevato da tali dispositivi si applica una riduzione pari al 5%, con un minimo di 2 chilometri orari, che comprende anche la tolleranza strumentale. Come ha più volte ricordato il sindaco Brugnaro, anche all’Unesco, il caso di Venezia è un unicum. Non ci sono strade, ma rii e canali, e dal 1973, con la Legge speciale, la salvaguardia della città e della sua laguna è di preminente interesse nazionale».

Il Comune di Venezia ha espresso da tempo l’esigenza di poter controllare con più efficacia il traffico delle imbarcazioni in laguna. La velocità dei mezzi ha aumentato i rischi per la sicurezza con una crescita degli incidenti e dei pericoli derivanti dalle onde provocate dalle barche in movimento. Il moto ondoso è diventato una vera e propria emergenza che incide sensibilmente sul fenomeno dell’erosione sottomarina delle pareti dei canali. Su iniziativa del sindaco Luigi Brugnaro, lo scorso 14 novembre si sono svolti gli “Stati generali della città su mobilità acquea e moto ondoso”: hanno partecipato la prefettura, le forze dell'ordine, le aziende del trasporto pubblico e le categorie di gondolieri, tassisti, remiere e associazioni di categoria. Oltre 90 rappresentanze hanno condiviso l’esigenza di poteri di intervento per contrastare la velocità eccessiva dei mezzi. Un’istanza che lo stesso sindaco ha riportato al ministro Salvini e al viceministro Edoardo Rixi.

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