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Cronaca

Mozione del Pd sul Mose: «Va alzato a 110 centimetri, altrimenti la città è a rischio»

L'opposizione invita l'amministrazione ad attivarsi per chiedere un cambio di marcia. «La gestione commissariale è stata un fallimento, serve quanto prima l'intervento dell'Autorità per la laguna»

«La quota di 130 centimetri per alzare le paratoie del Mose in caso di alta marea rischia di creare problemi enormi alla città»: a sostenerlo è il Pd veneziano, che sul tema ha preparato una mozione da presentare al Comune. «È necessario ribadirlo - dice la capogruppo Monica Sambo - perché la questione incide fortemente sulla vita socio-economica della città, sulla residenza e sulle attività economiche che sono già in difficoltà. Inoltre - spiega - serve fare chiarezza su tutte le altre opere diffuse che dovranno proteggere Venezia al di sotto della quota di attivazione del Mose. Pensando anche "al dopo", a ciò che succederà in conseguenza ai cambiamenti climatici».

Sono materie su cui l'amministrazione comunale ha una competenza limitata (anche l'assessore Costalonga è d'accordo sulla necessità di attivare il Mose a quote più basse), ma il Pd ritiene che «la città non abbia fatto sentire abbastanza la sua voce». Per questo la mozione impegna il sindaco ad «attivarsi nelle sedi competenti affinché sin da subito il sistema Mose sia attivato alla quota di 110 centimetri, perché quote più alte sono incompatibili con la vita della città e provocano gravi danni al patrimonio culturale, edilizio e al tessuto economico».

Le considerazioni dell'opposizione si basano innanzitutto sull'aumento del fenomeno negli ultimi anni. Il consigliere Alessandro Baglioni riepiloga: «Gli eventi superiori o uguali a 110 cm sono stati 12 negli anni ottanta, 14 negli anni novanta, 20 negli anni 2000, 40 tra il 2010 e il 2019. La quota di 130 centimetri per l'alzata del Mose non ha senso perché a quel livello quasi metà della città è ormai allagata, con i danni che ne derivano. Inoltre, come abbiamo visto l'8 dicembre 2020, le previsioni sono delicate e hanno ampio margine di errore: perciò, nel momento in cui si decide se alzare o meno le barriere, invitiamo a rispettare il principio di precauzione».

Il consigliere Giuseppe Saccà evidenzia «l'importanza della salvaguardia, perché la manutenzione del Mose è al palo così come i lavori collaterali a protezione della città. Penso anche ai lavoratori di Thetis, società fatta di grandi professionalità. La gestione commissariale è stata un fallimento, ora al governo chiediamo di sbloccare l'Autorità per la laguna. Una governance delle acque veneziane è fondamentale: era stata deliberata nel 2020 e da allora stiamo aspettando che prenda forma e inizi a funzionare». Infine, Emanuele Rosteghin invita a dare maggiore attenzione al tema della portualità, chiedendo «tempi certi e garanzie sulla conca di navigazione» (che dovrebbe permettere alle navi di entrare in laguna anche con il Mose attivo) e «uno sforzo comune per permettere la funzionalità del porto h24».

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