rotate-mobile
Cronaca Mestre Centro / Via Giustizia

Senzatetto in via Giustizia, i lavoratori chiedono interventi. Proposta di un dormitorio

Lunedì mattina un sit-in dopo lo sfogo di uno dei titolari. Il comitato via Ulloa analizza la situazione nei dintorni della stazione di Mestre. Perplessità sulle politiche sociali del Comune

In via Giustizia a Mestre la presenza di senzatetto accampati crea difficoltà al commercio della zona. Lunedì mattina i lavoratori delle autofficine che hanno sede lungo la via hanno dato vita a un sit-in per segnalare il problema. «Siamo stufi del degrado, di trovare gente che dorme a terra, siringhe, di tutto - raccontano -. E poi ci sono i furti e il danno di immagine. In queste attività ci lavorano 150 persone che hanno diritto a sentirsi sicure. Servirebbe un presidio fisso delle forze dell'ordine».

Il problema è ampio e riguarda, in modo più o meno diretto, diverse aree limitrofe alla stazione ferroviaria. Ne parla il comitato via Ulloa, composto da cittadini che risiedono a Marghera. Proprio in via Giustizia, fanno presente, è attivo il drop-in, «il miglior presidio per la sicurezza, seppur indiretta, di tutti i cittadini della terraferma», ma «probabilmente servirebbe una collocazione diversa della struttura, in una posizione strategica nei pressi della stazione e lontano dall'abitato».

Le perplessità principali riguardano le politiche sociali del Comune in materia di riduzione del danno. «Ci si lamenta che il sottopasso di via Giustizia sia occupato da "sbandati" - dice il comitato - ma non ci si pone il problema che la Caritas, e qualsiasi altra associazione che gestisce un dormitorio, a una certa ora della sera non accolgano più persone, gravando sul progetto Stop&go, il servizio notturno di bassa soglia, che può accogliere solo quindici senza fissa dimora che usano droghe». I residenti spiegano anche di aver fatto una perlustrazione alle 22.10 del 3 marzo, rilevando che erano ancora disponibili molti posti letto. «Nei pressi del drop-in c'erano tre persone che non usano droghe che avrebbero dovuto aspettare fino a tarda ora per capire se ci fosse un posto letto per loro o meno. In mancanza di questo, avrebbero passato la notte nei pressi del sottopasso».

«Reputiamo inaccettabile - aggiungono - la condizione che si riversa nelle nostre strade per la dignità delle persone e per tutti i cittadini, sia per l'ambito dei servizi in materia di sicurezza pubblica, sia di politiche sociali». Il gruppo, per dare una svolta a questa situazione, propone l'apertura di un dormitorio comunale «sul modello della casa Jannacci di Milano», una struttura per l’accoglienza temporanea di persone adulte in grave stato di bisogno. Inoltre, servirebbe «individuare un luogo diverso per il drop-in che non sia d'intralcio ai lavoratori, come ad esempio in via Ulloa», eventualmente «con la sperimentazione di un centro per la prevenzione di overdose».

Sul tema interviene anche la segretaria del Pd veneziano, Monica Sambo: «Spaccio e consumo di droga sono una piaga di questa città e non c’è traccia di una politica concreta sui servizi di prossimità, a cominciare dagli investimenti e dalle strutture che non in grado di rispondere alle esigenze. Il drop-in deve essere potenziato ed è necessario costruire percorsi di ampliamento delle disponibilità di posti letto ed investire in sicurezza e formazione del personale. È evidente che bisogna dare una risposta ai cittadini».

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Senzatetto in via Giustizia, i lavoratori chiedono interventi. Proposta di un dormitorio

VeneziaToday è in caricamento