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Cronaca

La politica si muove per Zahra. Il fratello: «Stiamo cercando di farla partire da Kabul»

Attivista per i diritti delle donne, si trova all'aeroporto. Venturini: «Venezia è pronta a collaborare per aprire corridoi umanitari»

Le autorità politiche si stanno occupando in queste ore del caso di Zahra Ahmadi, donna di 32 anni che sta cercando di fuggire dall'Afghanistan. L'ultimo aggiornamento è stato riferito intorno alle 16 di lunedì dal fratello Hamed, ristoratore che vive e lavora a Venezia da anni: Zahra «si trova nella parte civile dell'aeroporto di Kabul, mentre le partenze dei voli vengono effettuate nella parte militare. La parte militare è circondata dagli americani, che impediscono a chiunque di avvicinarsi. Poco fa i talebani sono entrati nella parte civile. Sto cercando una soluzione, un modo per farla passare dall'altra parte». Più tardi, ha riferito Hamed, in aeroporto «sono entrati i talebani e li hanno cacciati via tutti», così Zahra «è scappata e ha trovato riparo grazie ad alcuni conoscenti».

Venezia: apriamo corridoi umanitari

La storia di Zahra è la storia di migliaia di donne che temono di vedere negati i propri diritti e per questo è in corso una mobilitazione a tutti i livelli, da quello internazionale a quello locale: «Il popolo afghano non può essere abbandonato nel momento del bisogno - sono le parole dell'assessore alla Coesione sociale del Comune di Venezia, Simone Venturini -. Di fronte alle immagini di fughe di massa e disperazione, Venezia è pronta a collaborare con lo Stato per aprire corridoi umanitari, salvare quanti hanno collaborato con il nostro paese e garantire i ricongiungimenti familiari».

Il caso di Zahra è emblematico: è un'attivista per i diritti delle donne e avrebbe, secondo quanto riferito in un post, già ricevuto minacce dai talebani. «Donne e uomini che stanno rischiando la vita o la prigione per aver collaborato con il nostro paese o per aver esercitato diritti quali quello all'istruzione - sottolinea Venturini - Sono persone che hanno riposto fiducia nell'Italia e non possono ora essere abbandonate. Si attivino subito tutti i canali necessari, i veneziani sono persone generose e solidali e non intendono volgere lo sguardo dall'altra parte».

L'interessamento del ministero

Ne ha parlato anche il presidente della Regione, Luca Zaia: «Ho sentito il ministro Di Maio, e mi ha confermato che si stanno interessando del caso della signora afghana che ha i familiari qui. Il ministero sta tentando di attivare corridoi umanitari, censendo le persone, attivando voli su casi di ricongiungimenti».

L’eurodeputata del Pd Alessandra Moretti è al lavoro con il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, con il personale diplomatico italiano e con quello militare nel tentativo di portare in Italia sia Zahra Ahmadi sia Atefa Ghaafory, avvocata, giornalista e attivista. Entrambe hanno contattato Moretti, la prima tramite una sorella che vive a Bruxelles, la seconda attraverso il fratello. «Stiamo tentando in ogni modo di salvare le due donne dai talebani. Abbiamo subito attivato il ministro della Difesa Guerini e grazie a lui prima il personale diplomatico italiano in Afghanistan e poi il personale militare che ha in carico l’evacuazione degli italiani», spiega Moretti. «Siamo riusciti a far inserire le due donne nella lista delle partenze verso l’Italia, perché entrambe con la presa del potere dei talebani rischiano la vita. Sia Atefa sia Zahra sono riuscite a raggiungere l’aeroporto, ma non la zona militare da cui partono i voli anche a causa degli scontri a fuoco in corso». «Ho parlato con le due donne diverse volte, sono disperate - conclude. Sono fuggite da casa e sono nascoste in attesa di uno spiraglio che permetta loro di passare il check point statunitense all’ingresso della zona militare».

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