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Arsenale, il magistrato alle Acque attacca: "Creato un clima di sospetto"

Ciriaco D'Alessio, in una nota, risponde alle critiche esposte dal sindaco Orsoni e dagli attivisti dei centri sociali che questo pomeriggio hanno occupato gli uffici di palazzo dei Dieci Savi

"Era forse inevitabile l'invasione del Magistrato alle Acque di Venezia, preposto alla Salvaguardia di Venezia e della laguna di competenza dello Stato, dopo l'iniziativa di un gruppo di manifestanti, dopo la conferenza stampa del sindaco di Venezia nella sede di Cà Farsetti e dopo quanto si è dichiarato in quell'ambito con pesanti insinuazioni sull'operato del governo e in particolare del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti oltre la chiamata ad esercitare pressioni sul presidente Napolitano".

Lo rileva in una nota il presidente Magistrato alle Acque di Venezia, Ciriaco D'Alessio, dopo la manifestazione dei centri sociali nel primo pomeriggio. "Si è così creato - rileva - un clima di tensione e sospetto entro il quale s'iscrive l'atto di occupazione degli Uffici del Magistrato alle Acque di Venezia, con affissione di uno striscione dalle finestre del primo piano e rilascio di dichiarazioni alla stampa. Senza comprendere che cosa comporta, nella realtà, sottrarre allo Stato una porzione di area dell'Arsenale, la cui messa in sicurezza, recupero e valorizzazione fatta in questi anni ha consentito proprio l'apertura dell'Arsenale nord alla città, e senza comprendere che lo Stato non può intervenire se non su terreni demaniali. La confusione che si fa tra Arsenale nel suo complesso e una sua porzione ridotta è strumentale ed è analoga alla confusione che si fa parlando di 'restituzione alla città e ai cittadini' e al contrario prevedendo di conferire quest'area a una società, Arsenale SpA".

Questo, rileva, "senza sottacere che l'Arsenale Nord è stato individuato come area da riqualificare per insediarvi le attività e le funzioni attinenti alla manutenzione e alla gestione del sistema Mose (previsto per legge come chiarito in diverse sedi, anche giurisdizionali) come da decisioni deliberate dal Comitato di Indirizzo, Coordinamento e Controllo, il cosiddetto 'Comitatone', di cui fa parte il sindaco di Venezia, che ha più volte ribadito l'impegno a dare corso alle opere senza le quali il sistema di difesa dalle acque alte non potrà essere messo in esercizio". (Ansa)

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