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Cronaca

I controlli alla velocità, l'illuminazione e il moto ondoso: critiche dopo il mortale in laguna

Remiere e gruppi politici all'attacco il giorno seguente la scomparsa del 27enne Riccardo Nardin, nella notte del Redentore

«Pensiamo che ormai sia arrivato il momento di chiedere al governo e al Parlamento di emanare con urgenza una normativa che preveda e regolamenti l’uso di sistemi di controllo da remoto della velocità dei natanti circolanti nella laguna di Venezia». I cinque portavoce delle 40 associazioni remiere, Lucio Conz, Massimo Brunzin, Daniela Costantini, Francesco Casellati e Marco Ghinami, chiedono che il Consiglio comunale di Venezia, quello della Città Metropolitana e il Consiglio regionale del Veneto si attivino con le istituzioni nazionali. 

Diverse le richieste e le critiche dopo la morte del 27enne Riccardo Nardin, la notte del Redentore, sbalzato fuori dal barchino che conduceva lungo il canale dell'Orfano, tra San Giorgio e San Servolo, dopo l'urto contro una briccola. Legato alla velocità, per le remiere c'è il problema del moto ondoso. «Venga previsto al più presto uno studio, con sistemi ormai all'avanguardia rispetto a quelli di trent'anni fa, quando era stata fatta l'ultima analisi,  per valutare le altezze d'onda massime che possono essere prodotte dalle imbarcazioni, rispetto alla caratteristica dei canali. Così le barche possano essere certificate per navigare in acque protette, cioè quelle della nostra laguna. Inutile - sostengono le associazioni - che le nuove imbarcazioni, soprattutto quelle del servizio pubblico di linea e non di linea, vengano realizzate rispettando l’altezza d’onda limite in attesa che vengano fatte valutazioni più scientifiche. Il tributo di sei incidenti gravi in laguna in sei mesi è un prezzo inaccettabile».

«Va regolamentato i "fuggi fuggi" dopo i fuochi. Sono anni che la situazione è fuori controllo - commenta il consigliere comunale Giovanni Andrea Martini (Tutta la città insieme!) - Si innesca al termine dello spettacolo pirotecnico e non è adeguatamente controllato né regolamentato. Fiumi di barche iniziano a muoversi in tutte le direzioni, provocando un motondoso peggiore che di giorno, al buio e con un traffico a cui pochi sono abituati. È difficile dire se sia più un azzardo rientrare lungo il canal Grande o lungo quello della Giudecca, per chi è diretto in terraferma - afferma il consigliere - Ma non va certo meglio in Bacino San Marco, da dove ripartono quelli che sono venuti dalla laguna sud e nord, come ha dimostrato il tragico incidente avvenuto sabato notte. Lo spiegamento di forze che presidia il Bacino prima dell’inizio dei fuochi dovrebbe essere messo in grado poi di gestire il deflusso in maniera ordinata. Un’azione di controllo e di attenzione preventiva è necessaria».

Sull'illuminazione dei canali invece il consigliere Marco Gasparinetti (Terra&Acqua) ha depositato un'interrogazione in Consiglio comunale, rivolta all'assessore ai Lavori pubblici Francesca Zaccariotto, per sapere quale sia «la ripartizione dei compiti fra Comune e altri enti pubblici in materia di illuminazione di dame e briccole, alla luce delle intese siglate e dei contratti di manutenzione in corso. Ci sono - prosegue il consigliere - progetti di estensione del "sentiero luminoso" che allo stato attuale interessa soltanto i canali più trafficati?». Gasparinetti chiede anche se l'assessorato abbia intenzione «di estendere il progetto recentemente illustarato in IV commissione consiliare, e già approvato dalla Soprintendenza, che prevede l'utilizzo di energia solare per l'illuminazione delle bricole, al fine di prevenire altre tragedie nei canali come quello che collega l'isola di San Giorgio a San Servolo, dov'è avvenuta la tragedia, che è privo di illuminazione».

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