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Cronaca

La strada per salvare 200 posti di lavoro all'hotel Bauer è in salita

Rischiano poco meno di 200 dipendenti e stagionali dell'albergo di lusso in Canal Grande, chiuso fino al 2025 per ristrutturazione. Si punta a raggiungere un accordo fatto su misura, ma l'hotel deve continuare a versare il 20 per cento degli stipendi

Poco meno di 200 lavoratori dell'hotel Bauer in canal Grande rischiano il posto di lavoro. Lo storico albergo ha dato il via a novembre ai lavori di un grosso progetto di ristrutturazione che andrà avanti fino al 2025 per restituire una struttura completamente rinnovata, con meno camere pià ampie e il rifacimento completo di impianti e arredi. In questo piano di rigenerazione la parte più difficile da gestire sembra sia quella relativa alla forza lavoro. Sono 77 i dipendenti assunti a tempo pieno e indeterminato a rischiare il posto, oltre ai part time, ai determinati e agli stagionali, ormai storici, che rappresentano un altro centinaio di persone. Nessuna cassa integrazione può infatti coprire un periodo tanto lungo, pari a due anni e mezzo di inattività, anche se questa sospensione è determinata da una ristrutturazione. La via da percorrere era quella di tentare un accordo fra istituzioni, ente bilaterale, Regione e proprietà, per dar luogo a una combinazione di retribuzione e formazione con il sostegno delle varie forze in campo.

La vertenza, cominciata a giugno del 2022 con i sindacati, per arrivare in tempo a evitare la perdita del posto di lavoro per tutti, non ha però ancora portato a un risultato alternativo. Anche perché intanto la società ha ritenuto di cominciare l'iter del licenziamento collettivo a ottobre scorso, impegnandosi allo stesso tempo nella ricerca di una diversa strada. Con il via libera del ministero del Lavoro alla possibilità di trovare una combinazione di ammortizzatori per salvaguardare i 200 posti di lavoro, il 26 ottobre i sindacati con la Regione, l'Ebt (Ente bilaterale turismo territoriale) e la proprietà dell'hotel hanno puntato sull'uso di fondi ad hoc da utilizzare per la formazione insieme a una parte di retribuzione, pari al 20 per cento dello stipendio, che l'hotel dovrebbe continuare a versare agli addetti.

In questo modo tutti conserverebbero il posto. E a fine lavori sarebbero pronti a tornare al loro impiego, senza passare attraverso un licenziamento e la Naspi che comunque dura un anno al massimo. Una strada che piace alle organizzazioni sindacali, meno alla proprietà che ne sta valutando la convenienza. Intanto 15 dipendenti hanno trovato un altro lavoro e per 5 o 6 si apre la prospettiva del pensionamento. Ma almeno per 80 lavoratori, donne per lo più sui 50 anni, più difficili da reinserire e troppo giovani per il pensionamento, la perdita del posto sarebbe insostenibile. Nell'incontro di martedì nulla ancora si è sbloccato e il prossimo tavolo è stato fissato il 21 dicembre.

«La vicenda è estremamente delicata e va affrontata con il massimo impegno istituzionale anche da parte della giunta regionale - commenta il consigliere regionale del Partito Democratico, Jonatan Montanariello -. Parliamo di 200 famiglie in bilico e attualmente senza garanzie. Va data urgentemente una protezione ai lavoratori dell’Hotel Bauer, sia scongiurando i licenziamenti entro fine anno, sia assicurando gli ammortizzatori sociali per il periodo di restauri della struttura alberghiera. Il tempo è quasi scaduto e bisogna chiudere prima delle festività con un accordo complessivo a salvaguardia di così tante persone. Il tavolo previsto per il prossimo 21 dicembre dovrà essere in questo senso decisivo per trovare una soluzione positiva e definitiva».

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