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Cronaca Marcon / Via Francesco Guardi

Rimane mistero sulla morte di Lucia, i familiari si dichiarano parte lesa

Nell'incidente probatorio i periti nominati dal gip e i consulenti delle parti hanno dichiarato di non essere riusciti a dimostrare la causa del decesso della bancaria di Marcon. Concessi i funerali

Finora hanno scelto il basso profilo. Interviste col contagocce ai media, pur sotto una pressione degli stessi spasmodica. Hanno preferito non intralciare il lavoro della magistratura. Ora, a quasi un anno dall'arresto di Renzo Dekleva, i parenti di Lucia Manca hanno deciso di costituirsi parte lesa nel caso di omicidio della bancaria di Marcon trovata senza vita il 7 ottobre 2011 sotto un cavalcavia a Cogollo del Cengio, nel Vicentino. Perché di omicidio si tratta, ormai non sembrano esserci più dubbi dopo la relazione dei tre periti nominati dal gip Michele Medici per far luce sulla morte della donna, Cristina Cattaneo, medico legale antropologo, Danilo De Angelis, odontoiatra, Valentina Meneghini, medico legale. Alla presenza degli avvocati nominati dalla madre e dai quattro fratelli della vittima, Gabriela Giunzioni e Antonio Bondi, gli esperti hanno esposto le conclusioni dei loro esami autoptici sui resti della povera Lucia.

Nella loro relazione si sottolinea come la "deposizione del corpo" e la "tipologia di materiale botanico" dimostrano "l'intervento di terzi nel posizionamento e nella copertura del cadavere con rami prima della sua decomposizione". Lì, a Cogollo del Cengio, Lucia non ci è finita per sua volontà. Ci è stata portata da qualcuno che voleva nasconderne il corpo. Qualcuno l'ha uccisa. Ma come? Gli accertamenti dei periti non sono riusciti a stabilirlo. I resti non "hanno parlato". Non hanno dato la possibilità di dimostrare che la donna la notte tra il 6 e 7 luglio sia stata soffocata. Un punto a favore della difesa, forse, rappresentata dagli avvocati Stefania De Danieli e Pietro Someda. Quelle striatura rosa sui denti, che avevano indotto il medico legale vicentino Andrea Galassi a formulare un'ipotesi di asfissia, non vengono considerate sufficienti per dimostrare la causa del decesso.

Ma il pubblico ministero Francesca Crupi è convinto di poter contare su un quadro indiziario solido. Che resta in piedi nonostante l'impossibilità di stabilire la causa della morte di Lucia Manca. Tra gli elementi a carico di Renzo Dekleva, in carcere dal 31 gennaio scorso con l'accusa di omicidio, il suo cellulare che la sera dell'omicidio aggancia la cellula di Rubano, nel Padovano, il biglietto dell'autostrada trovato al casello di Piovene Rocchette con le impronte dell'informatore farmaceutico e la saliva di Lucia Manca rilevata nel bagagliaio della sua auto ed esaminata dai Ris. Un elemento, quest'ultimo, che potrebbe ricollegarsi a una lesione di una vertebra del collo che i periti del gip indicano "perimortale". Vuol dire che quella lesione potrebbe essere stata causata poco prima o poco dopo il decesso della donna. Forse proprio per riuscire a posizionare il corpo ormai senza vita di Lucia nel bagagliaio.

 

Nelle prossime ore, dopo l'incidente probatorio di stamattina, il pubblico ministero Francesca Crupi firmerà il nulla osta per i funerali della bancaria di Marcon. I cui resti tra qualche giorno potranno finalmente riposare in pace.

 

OMICIDIO LUCIA MANCA: LA CRONACA

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